Tabellino e Set By Set
Zenit Kazan – Zaska
Champions Volley Maschile – Si doveva vincere. Si poteva vincere. E perdere così fa più male. Cuneo non era certo inferiore al Novosibirsk, anzi: sia l’impressione dal campo che i numeri del tabellino (che non è la sacra scrittura) dicono che la squadra italiana ha attaccato meglio (62% contro 51%), ha difeso meglio (53% contro 52%), ha fatto più muri (10 contro 9) e ha fatto più punti (111-109). Eppure ha perso. Il motivo è semplice: ha commesso errori quando doveva chiudere la storia. La stessa squadra è stata capace di rimonte incredibili, ritornando in partita quando il dado sembrava già tratto, ma anche di regalare punti in maniera ingenua. E in una finale di Champions non si può essere ingenui, non si deve. Se la squadra era alla prima finale continentale, molti dei suoi componenti avevano l’esperienza necessaria da mettere in campo: Grbic e Wijsmans su tutti, che infatti hanno spesso preso per mano la squadra. Ma anche Sokolov, che con Trento – seppure non da titolare – ha vinto tutto. Sono mancati i suoi punti, proprio oggi che la Bre Banca ne aveva più bisogno.
Il 1° set aveva lasciato sperare in una partita non semplice, ma più costante da parte di Cuneo: invece ha vissuto quelle fasi altalenanti che la contraddistinguono.
Il Novosibirsk ha fatto la parte della coda delle lucertole: sono sempre rimasti lì, ad approfittare con il minimo sforzo degli errori di Cuneo (soprattutto in battuta) e a dare la zampata nel momento che contava. Nilsson, Divis, Gutsalyuk e Biryukov sono stati un incubo per la difesa piemontese, che a volte si è lasciata trovare impreparata su palloni non impossibili.
Il 5° set è quello in cui succede di tutto: dai muri presi in faccia da Sokolov alla rimonta incredibile targata Wijsmans e Kohut (da 11-14 al pareggio), alla tremenda svista arbitrale che non ha visto che sulla pipe di Ngapeth il dito di Nilsson è volato via.
Amarezza, tanta. Perché più che essere stato il Novosibirsk a vincere è stato Cuneo a perdere.
Le “paropagelle”
Tsvetan Sokolov. Oggi in versione pescatore: raccoglie dalla rete 8 branzini bolliti, tanti quanti sono stati i suoi errori al servizio. Anche lui non se ne capacitava ed è un peccato che in occasione di un appuntamento così importante non abbia giocato una partita memorabile: evidentemente a disagio da centrale (previste sessioni di allenamento autopunitive notturne per capire come posizionare correttamente il piano di rimbalzo del muro), anche da posto 2 ha dato solo un antipasto del suo incredibile talento, ma oggi il banchetto era da pasto completo. Era l’uomo che poteva, doveva fare paura agli avversari, si è praticamente disinnescato da solo. Cercasi Tsetso disperatamente.
Emanuel Kohut. Giornata di grazia per Emanuel: 6 punti, 2 muri e soprattutto la sua solidità hanno rappresentato una certezza per Cuneo. Imprescindibile.
Oleg Antonov. Oggi è stato il migliore in attacco: capace di eludere il muro dei russi, di trovare spazio in molti attacchi sporchi, di murare (3 muri punto, best blocker del match) e di fare male in battuta (1 ace). Piazza ha provato, a malincuore, a sacrificarlo per tornare allo schema classico con il centrale di ruolo, ma Oleg ha fatto sentire la sua mancanza. Oggi non si poteva giocare senza di lui. Punto fermo alle critiche.
Nikola Grbic. Bisogna inventare una nuova lingua per questo monumento del palleggio. E al di là del gesto tecnico che oggi gli è valso il soprannome di “prestigiatore” (ha messo giù dei palloni di seconda intenzione da lasciare a bocca aperta che neanche Copperfield), è la sua intelligenza nel gestire il gioco a destare una immensa ammirazione. Perché lui sa sempre cosa fare, sa qual è il giocatore più in forma in quel momento e lo serve, sa quando deve scaldare il braccio di un giocatore come Sokolov, sa quando può fare affidamento su una mina vagante come Ngapeth, sa quando deve cambiare gioco come nel tie-break, quando ha cambiato da Antonov a Wijsmans…e ha avuto ragione. Ha l’esperienza e il carisma per condurre la squadra attraverso i percorsi impervi che sempre si presentano in un match. Immortale.
Wout Wijsmans. In alcuni momenti è sembrato il papà che toglie i figli dai problemi. E a volte, come in ogni buona famiglia, vola anche qualche schiaffo: c’è da dire che Ngapeth in quel frangente se lo meritava (dato l’errore indescrivibile commesso in ricezione in apertura del 2° set). Il peso della responsabilità che si carica sulle spalle lo si percepisce anche a 6 ore di fuso di distanza e ci piace sempre tanto perché non si leva mai neanche un grammo di questo peso. Non a caso è il migliore dei suoi (18 punti, 70%). Cuore di capitano.
Earvin Ngapeth. Quando metterà la testa a posto diventerà il più forte di tutti. In fondo, però, ci sta simpatica la sua aria da sbruffone perché poi ha ragione: è capace di errori da prederlo a schiaffi (come ha fatto Wijsmans), ma anche di attaccare quasi dalla seconda linea con le spalle alla rete e fare punto. Genio e sregolatezza: il punto è che la sregolatezza, per diventare un grande a livello mondiale, non è propriamente di aiuto. Se il biglietto da visita sono questi 17 punti (60%) c’è fidarsi. Talento ancora potenziale.
Nils Nilsson. Il giustiziere di queste Final Four. Già ieri era stato un incubo per lo Zenit Kazan, oggi non si smentisce. In battuta c’è da prendere l’elmetto ogni volta che si avvicina alla riga dei 9 metri, e ha usato il muro imperfetto di Cuneo per una serie micidiale di block out. Il peggior nemico.
Alexander Gutsalyuk. Ci sono voluti 5 set alla difesa di Cuneo per prendere uno dei suoi primi tempi: 10 punti, 1 ace, 2 muri. Una spina nel fianco. Che dolori!
Denis Biryukov. Era lui la bomba da disinnescare e Cuneo ha sofferto i suoi attacchi in maniera particolare. Ci ha anche messo la cattiveria giusta al momento giusto, insomma è stato il trascinatore della sua squadra. Incubo.
BRE BANCA LANNUTTI CUNEO: Antonov (15), Ngapeth (17), De Pandis (L), Wijsmans (18), Kohut (6), Grbic (6), Della Lunga, Sokolov (13), Rossi. Non entrati: Marchisio, Galliani, Abdel-Aziz. All.: Roberto Piazza.
LOKOMOTIV NOVOSIBIRSK: Zubkov, Divis (17), Nilsson (15), Volvich (6), Voronkov, Biryukov (19), Zhilin, Butko (2), Golubev (L), Gutsalyuk (10), Leonenko. Non entrati: Makhortov. All.: Andrei Voronkov.
ARBITRI: Milan Labasta e Peter Groenewegen.
NOTE. Bre Banca Lannutti Cuneo: bs 18; ace 3; muri 10; ricezione 53% (perf. 19%), attacco 62%. Lokomotiv Novosibirsk: bs 16; ace 6; muri 9; ricezione 52% (perf. 30%); attacco 51%.