Europei Volley 2013 – L’Italvolley ai Quarti. “Paropagelle” a tema floreale

Europei Volley Maschili 2013

Fotogallery di Italia-Olanda di Elena Zanutto

Inciampare non significa fermarsi, ma lavorare più sodo per riprendere il cammino. A 48 ore di distanza dalla delusione per la sconfitta contro il Belgio l’Italvolley conquista l’obiettivo che era stato solo rimandato: la qualificazione ai quarti di finale, dopo la vittoria netta contro l’Olanda (3-1).
L’Italia è bella perché è varia, come un mazzo di fiori di campo. Le “paropagelle” di stasera sono a tema floreale.
Gli Azzurri cambiano ancora assetto, con Vettori titolare e Zaytsev in banda con Parodi, Beretta e Birarelli al centro, Travica in regia e Rossini libero. La scampagnata nel campo di tulipani olandesi inizia sciolto, con il servizio forzato, una buona difesa e il muro a contenere. Dal 13-10 del 1° set gli Azzurri inciampano nelle radici seminate nel campo: si contraggono, lasciano passare troppi palloni da posto 2 e il muro si abbassa. Trovare il ritmo con una formazione nuova ha richiesto un set di adattamento: dopo aver perso il primo parziale il gioco ha iniziato a girare. Non tutto è stato perfetto: perché la perfezione non esiste, perché nei momenti di difficoltà si cresce come individui e come squadra, perché le difficoltà aguzzano manzonianamente l’ingengo. L’Olanda, pur non essendo esteticamente una graziosa “donzelletta che vien dalla campagna” e giocando in maniera prevedibile, è riuscita sia nel 2° che nel 3° set a essere concreta: alla loro difesa gli Azzurri hanno ribattuto con le battute di Zaytsev e i muri di Birarelli (4 a fine partita). E con un Vettori dagli splendidi colori di un’orchidea: top scorer con 20 punti e tanta maturità.
Sulle note della musica di “Rocky” gli Azzurri sono scesi in campo per il 4° set e, in effetti, hanno subito preso a pugni gli olandesi: con l’aria fredda di Aarhus un cappottino ci stava bene, e così si inizia con un tennistico 6-0 sulla flot di Birarelli in battuta. L’Olanda si riprende dallo shock e sfrutta ogni spiraglio lasciato aperto da un momento di rallentamento nella corsa azzurra tra i tulipani: sull’11 pari, però, Zaytsev e compagni hanno lasciato la tensione fuori dal campo e hanno ripreso a giocare come sanno fare. Con i muri e le difese, certo, ma anche – e, forse, soprattutto – da squadra unita. Fatta di atleti con le qualità umane necessarie per costruire un gruppo unito, capace di stringersi per raggiungere un obiettivo.
L’Italvolley di questa sera è lo specchio di un “Paese che dimostra di non essere perfetto” (per usare le parole di Berruto a fine gara). Puntando sui giovani, “scelti senza guardare il curriculum – precisa ancora il ct – ma le doti atletiche e personali: scelgo persone che voglio avere con me anche nei momenti difficili. E’ stato bello vederli tutti uno di fianco all’altro”. E se, per una volta, fosse il Paese a prendere spunto dalle lezioni dello sport?

Berruto: “Abbiamo messo tante cose in campo: tanto cuore, ma abbiamo anche giocato bene. Siamo un gruppo che lavora tanto: a volte facciamo le cose male, ma poi cerchiamo di fare meglio. Questo deve essere un inizio. Sono orgoglioso di dimostrare per l’ennesima volta che siamo solidi abbastanza e persone serie” 

Rossini: “Abbiamo fiducia in quello che possiamo fare: a volte le cose riescono al 100%, altre volte dobbiamo farci bastare l’80%. Da adesso sarà una guerra, ma non ci faranno prigionieri. Nel 4° set abbiamo dimostrato di avere giocatori capaci di fare filotti di punti”

Birarelli: “La sconfitta contro il Belgio era troppo poco per minare le nostre sicurezze: sapevamo che la strada era quella giusta. Siamo stati bravi a rimanere attaccati alla partita anche quando non stava andando benissimo. Tutti si sono dati una mano: giocare da squadra è la strada giusta. Possiamo migliorare in attacco e dobbiamo stare più attenti, non possiamo permetterci un recupero come quello del 4° set”

Zaytsev: “Avevo pronosticato che avremmo perso il 1° set: ci vuole adattamento a un modulo nuovo. Poi è venuta fuori l’Italia battagliera. A Vettori darei un 8 sincero: c’è bisogno di gioventù come lui” 

Le “paropagelle”

Luca Vettori. Volto-copertina della gioventù che avanza. Perché il ricambio generazionale non si fa stando in panchina, ma in campo, l’unica palestra che fa crescere. Parte come opposto titolare e riprende il discorso interrotto con il Belgio: sopra il muro olandese (abbiamo visto volare falangi arancioni), con corredo di servizi velenosi. Lo Zar lo incorona come “un bel cavallo” e lui va a briglia sciolta: 20 punti, 3 muri, 1 ace, due set chiusi con la sua firma. Quello che non raccontano i numeri è la sua personalità come giocatore (e non solo), la maturità di prendersi responsabilità belle grosse. Insomma, “due palle” così. #Orchidea

Thomas Beretta. Altro volto vincente di questa partita: cresce in maniera esponenziale, con la velocità di cui sono dotati solo i talenti veri. Lo abbiamo già scritto altre volte, non ci stanchiamo di ripeterlo: anche qui ci troviamo di fronte a un purosangue. Il “muso duro” sotto rete lo fa lui: 6 muri e 6 attacchi. Più tutte le murate che non si sono trasformate in punti per la difesa coriacea degli olandesi. Il 2° set si chiude con un suo primo tempo. #Rosa 

Salvatore Rossini. Nel bouquet dei giovani c’è anche lui: un esordiente già veterano. Non solo per l’età (27 anni), ma soprattutto per come sta in campo: come un tappeto di petali di rosa su cui sarebbe un peccato far cadere dei palloni. E così lo troviamo spalmato per tutto il campo – e oltre. Riceve al 63% e difende meglio delle oche del Campidoglio. Divora palloni come una #PiantaCarnivora

Dragan Travica. Nel 1° set è un fiore con la testa abbassata: impreciso, non incisivo come al solito a muro, dà l’impressione di essere nervoso. Il fertilizzante che gli fa rialzare testa e partita sta nella palla data a Beretta nel finale del set (19-21): in quel pallone c’erano la voglia di scrollarsi di dosso la patina che stava tenendo prigioniero il gioco degli Azzurri e la voglia di vincere. Non perde la calma, trovando fluidità nel gioco e i due punti consecutivi nel 4° set se li prende di rabbia. Decide di dare tre (su quattro set) set ball ai più giovani in campo: le sue mani sono sempre rivolte al braccio che risplende di più in quel momento. #Girasole

Nimir. Sempre a proposito di giovani: il palleggiatore olandese del 1992 ci prova sempre a sorprendere in battuta (anche se gli Azzurri gli prendono le misure, lui fa comunque 3 ace), a rete con tocchi in seconda che però non passano mai. Il suo gioco è troppo prevedibile per sorprendere il nostro muro, che respinge gli attacchi per 18 volte. Elegante, ma fragile come una #Gerbera

ITALIA – OLANDA 3-1 

ITALIA: Beretta (12), Kovar (1), Parodi (5), Vettori (20), Rossini (L), Zaytsev (17), Travica (3), Birarelli (10), Giovi. Non entrati: Saitta, Piano, Mazzone. All.: Mauro Berruto.

OLANDA: Nimir (5), Freriks (1), Ter Horst (3), Maan (13), Jorna (L), Rauwerdink (8), Kooistra (7), Klapwijk (3), Koelewijn (3), Overbeeke (12), Bontje (1). Non entrati: Van Garderen. All.: Edwin Benne.

PARZIALI: 24-26 (28′); 25-18 (24′); 25-21 (25′); 25-18 (25′); tot.: 1h43′.

ARBITRI: SCHIEMENZ Volker, LABASTA Milan.

NOTE: Italia: bs 16; ace 6; muri 18; errori 31; ricezione 53% (perf. 20%); attacco 44%. Olanda: bs 20; ace 8; muri 9; errori 27; ricezione 59% (perf. 23%); attacco 32%.

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