Mondiali Volley Maschile 2014 – Che rabbia! Non ci sono altre parole per descrivere la partita di ieri tra la Francia di Tillie e l’Italvolley di Mauro Berruto. Che rabbia aver regalato un punto ai bleu, che rabbia vincere un set 13-25 e perderne due tra errori da campionato dell’oratorio e poca attenzione. Che rabbia rischiare di non passare il turno e salutare un mondiale che avremmo potuto, dovuto vivere da protagonisti. Insomma, che rabbia.
Ma andiamo con ordine.
Le formazioni sono quelle che tutti si aspettavano. Per i nostri la classica diagonale Travica-Zaytsev, al centro ancora Buti e Birarelli (Piano lasciato a riposo per portare a referto Colaci), Parodi e Kovar sulla banda, Rossini libero. Dall’altro lato del taraflex Toniutti e Rouzier, Le Roux e Le Goff, Tillie figlio e N’Gapeth. Grebennikov libero.
Partono a bomba i francesi, portandosi su un 5-1 che spiazza tutti, forse persino loro stessi. N’Gapeth è in serata. Tira a tutto braccio dalla 4 e dai nove metri. Tillie lavora di manofuori che è un piacere per la vista, degl’ altri ovviamente. E Rouzier dopo un campionato molto altalenante sembra aver trovato il top della forma ed è mostruoso per tutta la partita. Le Roux si schiarisce chioma e idee. Non lascia passare mezzo pallone e chiude tutti i primi tempi che è chiamato a schiantare a terra. Le Goff lo imita molto bene.
Insomma, ai francesi riesce tutto, e riesce bene. Nella nostra metà campo il panico. Letteralmente. Chiedere la fiamma negli occhi stile Kaori Takigawa sarebbe troppo? Invece manco una scintilla. Sono spenti, i nostri. Parodi riceve bene ma non riesce a mettere mezzo pallone a terra. Kovar non pervenuto, ancora in molti sospettano si trattasse in realtà della sua gigantografia. Tengono botta solo i centrali, con Simone Buti particolarmente avvelenato. L’unico forse. Travica anche oggi non riesce a far girare la
squadra. E i compagni di certo non l’hanno aiutato.
Siamo a metà del secondo parziale quando Berruto prova a scuotere e cambiare qualcosa. Dentro Baranowicz per Travica e Lanza per Parodi. Niente. Ancora tutto male, ancora tanto imbarazzo. Quella non è la nostra Italvolley. I francesi chiudono 25-20 entrambi i primi due set. Oramai consueta pausa di 10 minuti, e inizia il terzo parziale. Coach Berruto lascia in campo Baranowicz e Lanza. Colaci si alterna con Rossini in difesa. Cominciano a diventare fallosi i cugini francesi. E noi
cominciamo a prendere fiducia. Iniziamo a lavorare meglio con i primi tempi, cresciamo finalmente a muro.
Ci concediamo ancora qualche errore che permette ai ragazzi di Tillie di rimanerci attaccati alle cavigliere come sanguisughe assatanate. E così rischiamo parecchio sul finale di set, concedendo una minirimonta che ci porta dal 18-23 al 23-24. Jaumel, dentro per Toniutti, per fortuna sbaglia dai nove metri e ci permette di
tenere accesa la speranza. Chiudiamo 23-25, con non poca ansia. Il quarto set è fantascienza. Finalmente in campo c’è l’Italia. Li massacriamo. Senza altri mezzi termini. Li
asfaltiamo in pochi minuti. Lanza si esalta e diventa un martello pneumatico, dalla 4 e in pipe. Buti e Birarelli macinano murate e bei primi tempi. E dai nove metri le loro jumpflot mettono in seria difficoltà la ricezione francese. Lo Zar alza la cresta e nella metà campo bleu piovono autoclavi. Perfino Kovar si ripiglia.
Set da manuale, 13-25 e andiamo al tie-break. Riprendiamo da dove abbiamo chiuso. Picchiando forte. Anche se i francesi tentano di ripristinare un minimo di equilibrio, non c’è storia. Ci siamo ritrovati e non abbiamo intenzione di mollare. Alla fine vincono i buoni, ma anche i fessi. La Francia è un’ottima squadra, ma non è il Brasile. Scendere in campo con una sufficienza come quella mostrata nei primi due parziali è mancare di rispetto. In primis verso i propri tifosi. Abbiamo uno squadrone e lo abbiamo dimostrato anche in questa rimonta tutto cuore. Troviamo la continuità, la rabbia e la fame che ci permettano di fare il salto di qualità e andremo lontano, molto lontano. Ora la strada sarà dura. Ci attendono Belgio, Stati Uniti e Porto Rico. Teniamo chiusi in valigia le scuse, gli alibi e i battibecchi. Portiamo in campo quello che di più prezioso abbiamo: la tecnica, la
voglia di vincere, e il nostro essere squadra. Non abbiamo altre alternative, se non vincere.
Le paropagelle di oggi sono in risposta a quelle della sfida con l’Iran, e quindi a tema #anchesì, perché l’ottimismo è il profumo della vita 😉
Filippo Lanza: wow. Entra dalla panchina, tentenna qualche frazione di secondo ma poi scalda il braccio e sono cavoli amari per i francesi. Sarebbe bello, e giusto vederlo in campo dal primo minuto per la sfida col Belgio, o no Mauretto? #bellasorpresa
Michele Baranowicz: anche lui entra in corsa. Anche lui soffre insieme ai compagni lo smarrimento generale dei primi due parziali. Poi al terzo set resuscita. Smarca benissimo le bande, lavora bene con le pipe, e gioca a memoria col compagno (ops, ex… sob sob) Zaytsev. Pecca ancora nel cercare spesso le cose più difficili, rischiando un po’ troppo al centro con qualche primo tempo forzato. Ma il suo apporto alla gara è stato #fondamentale
Simone Buti: gran bella partita. Ripaga la fiducia del coach che in questo mondiale lo sta preferendo a Teo Piano. Grinta, lucidità ed esperienza. Dopo una stagione stratosferica a Perugia c’era d’aspettarselo, del resto, #unagaranzia
Ivan Zaytsev: lui, lui, sempre e solo lui. Quando le cose si mettono male, ci pensa lo Zar. Immenso anche in questo match, soffre nei primi parziali ma non molla mai. Lotta, sbotta e vince #imprescindibile
Jiri Kovar: ha iniziato male malissimo, da dove lo avevamo lasciato domenica. Si è ripreso sul finale ma ancora non è il Jiri che conosciamo #ripigliato
Lele Birarelli: continua a fare una fatica assurda per tentare di tamponare gli attacchi avversari. Cresce anche lui dopo un inizio match da dimenticare, e alla fine, si porta a casa 12 punti #capitanonelbenenelmale
Dragan Travica: boh. Non abbiamo ancora capito cosa gli sia preso al nostro Drago. Non apparteniamo a quella corrente di pensiero che ripone in lui tutte le colpe di queste brutte prestazioni, ma che non sia il Dragan di sempre questo è innegabile. Quello che possiamo fare è invitarlo a lasciar perdere le critiche come ha sempre fatto, #noncipensare
Simone Parodi: lavora bene in ricezione ma in attacco non passa. Fatica tanto e forse si arrende troppo presto, #affaticato
Totò Rossini: buona prestazione, finalmente sta tornando al livello che gli appartiene. Ora #avanticosì
Massimo Colaci: entra in corsa per dare una mano alla difesa, e che mano! Ottimo lavoro anche per lui, #lavorasodo
Antonin Rouzier: wow anche per lui. Una partita da manuale. I colpi ce li fa vedere tutti. Manofuori, parallele da urlo, diagonali strette e strettissime. Pallonetti. Sbaglia poco o niente e alla fine chiude con 27 punti al tabellino. #spinanelfianco per noi, #unacertezza per loro.
Francia – Italia 2-3 (25-20, 25-20, 23-25, 13-25, 13-15)
Francia: Aguenier, Grebennikov L, Rouzier 27, Toniutti 2, Tillie 8, N’Gapeth 13, Le Roux 6, Le Goff 10, Tuia
N.E., Marechal, Lafitte, Joumel 1. All. Tillie L.
Italia: Kovar 12, Parodi 3, Vettori N.E., Rossini L, Zaytsev 25, Lanza 7, Buti 12, Travica, Birarelli 12,
Baranowicz 2, Anzani, Colaci L. All. Berruto.
Arbitri: Alenezi (Kuw) e Ilkw (Can)
Spettatori: 11.150
Foto Fivb