#FIVBMensWCH – Non avevano ancora vinto nemmeno un set. Noi abbiamo regalato loro, senza troppe formalità, 3 punti. Se è vero che se una squadra è grande lo si vede da come affronta le “piccole”, noi siamo dei minions insignificanti. Ma neanche. Siamo gli acari invisibili che vivono su dei minions insignificanti. E diteci pure che siamo troppo duri, o ingrati, ma per chi in questo gruppo ci ha creduto sempre, fa male. E fa rabbia. Sì, ancora rabbia, e tanta. Le sconfitte vanno sempre accettate, ma è impensabile farlo quando avvengono per sufficienza, per mancanza di umiltà e rispetto per gli avversari.
Abbiamo toccato il fondo. E forse dovevamo farlo. Forse ci servirà a capire veramente cosa vogliamo, dove vogliamo andare e, soprattutto, come vogliamo andare. Da squadra?Si, da squadra, perché non ci sono altre soluzioni per noi. La nostra forza è il saper essere squadra, appoggiarci l’un l’altro e smetterla di pensare di essere Zar-
dipendenti. O forse sarà solo il preludio all’amarezza più grande. Lasciare il mondiale alla prima fase, chiudere i trolley e rientrare a casa a testa basta, con le ginocchiere ancora profumate e le magliette che sanno di Nivea. Dateci l’odore acre di sudore faticato. Dateci ginocchiere inavvicinabili, scarpe logore e ginocchia sbucciate. Dateci la fame, la grinta, la voglia giocare. Perché a noi sembra che vi manchi proprio quella.
Chiusa parentesi. Tornando al campo vissuto, piccolissimo turnover per Berruto che lascia sugli spalti Buti e Colaci. In campo scendono Baranowicz al palleggio e lo Zar –ancora lui, sempre lui, nunjeafapiù – sulla diagonale, Anzani e Piano al centro, Lanza e Kovar sulla banda. Rossini libero.
Per il portoricani Goas, Rivera, Muniz, Torres, Roman, Rivera, e Del Valle libero. Il primo set lo portiamo a casa per 25-19. I portoricani sono molto fallosi, noi non brilliamo ma ancora
manteniamo quel briciolo di dignità. Pur non giocando una bella pallavolo insacchiamo il primo parziale senza troppe difficoltà.
Poi dell’Italvolley non se ne sa più nulla. Pronto uno speciale di “Chi l’ha visto?” per scoprire che fine abbia fatto la nostra nazionale. Il buon vecchio Max canterebbe “hanno ucciso l’Italvolley chi sia stato non si sa”. Ma forse più che di omicidio si tratta di suicidio. Complici tutti, allenatore compreso. Il Porto Rico, invece, compie un’impresa impensabile. Torres e Jackson Rivera mettono il turbo portandosi a casa rispettivamente 27 e 20 punti al tabellino (no dico, 27 e 20…) e ci strapazzano come uova appena raccolte.
C’è poco di cui parlare dei seguenti 3 set. Una sola parola può descrivere tutto: schifo.
Oggi ci sono gli Stati Uniti. Non sappiamo cosa coach Berruto abbia detto ai nostri, cosa si siano detti tra di loro i ragazzi. Una cosa è certa. Non ci sono più alibi. Né scuse, né seconde occasioni. D’ora in poi bisogna solo tornare a giocare come sappiamo fare, con la voglia e la fame che ci ha portato al mitico bronzo delle
scorse olimpiadi, e all’argento dell’ultimo europeo (finale con la Russia a parte). Che tornino a stringersi in mezzo al campo, con le vene di fuori, il sudore sulla fronte e il sorriso sul viso.
#noicicrediamo #ancora #siachiaro
Paropagelle spietate, perché gli sconti si fanno al supermarket. Tema? I film più drammatici e strappalacrime della storia del cinema mondiale.
Berruto: abbozza un turnover quasi ridicolo, sostituendo solo i centrali e lasciando in campo a morire dal primo minuto uno Zaytsev visibilmente affaticato – strano, vero? – con Vettori e Sabbi relegati nell’angolino del riscaldamento. Ora non vogliamo puntare il dito, ma un esamino di coscienza sulle proprio scelte lo si potrebbe anche fare, o è forse tutta #colpadellestelle ?
Zaytsev: nonostante non sia decisamente più in grado di salvare la squadra, risulta sempre il nostro top scorer con 15 punti al tabellino. Vola alto ma non basta, certamente è il nostro #cacciatorediaquiloni
Jiri Kovar: niente, ieri non ce la faceva proprio. Tocca il cielo con un dito, e poi precipita nuovamente negli inferi. Prestazioni continuamente altalenanti per Jiri, sempre a #laricercadellafelicità
Pippo Lanza: dopo l’inizio da “riserva”sembrava avesse trovato la giusta dimensione, guadagnandosi il posto da titolarissimo con prestazione superlative. Malissimo ieri, non riesce a mettere giù mezzo pallone, forse aveva #saturnocontro
Matteo Piano: probabilmente non sarà tanto felice del poco spazio che coach Berruto gli ha concesso finora. Ma Teo sorride sempre e nasconde dentro tutto il suo #caoscalmo
Simone Anzani: approdato in nazionale maggiore proprio quest’anno dopo un’ottima stagione da protagonista. Giovane, talentuoso e con tanta fame. Aiutaci a far sì che questa sia #unottimaannata per tutti
Totò Rossini: nulla può in questo match, dove il muro è inesistente e i portoricani volano altissimo e picchiano durissimo. Prova a non mollare, ci mette tutte le sue #setteanime , ma a poco serve.
Michele Baranowicz: sembrava aversi guadagnato il posto, in alternativa al Drago, ma ieri coach Berruto ha avuto forse qualche ripensamento. A dimostrazione che non può esser sempre colpa della regia, quando la squadra non gira, non gira e basta. Ed è colpa di tutto e di tutti. Si farà forse marcia indietro rispetto a questa #revolutionaryroad ? Mah, chissà.
Italvolley: spenta, stanca, disorientata. Appare come una spiga di grano in balia del vento nel bel mezzo di una prateria solitaria. Confusa e irritata da se stessa, sola. Usciamo da quest’incubo, usciamo da questo #theburningplain
Italia-Porto Rico 1-3 (25-19 19-25 23-25 22-25)
Italia: Lanza 7, Anzani 7, Baranowicz 3, Kovar 3, Piano 3, Zaytsev 15, Rossini (L). Travica, Parodi 10, Vettori 4,
Birarelli 6. Non entrato: Sabbi. All. Berruto..
Porto Rico: Goas 1, Josè Rivera 5, Roman 8, Muniz 6, Jackson Rivera 19, Torres 28, Del Valle (L). Ortiz, Non
entrati: Cruz, Soto, Sierra, Morales. All. Aleman.
Arbitri: Huhtaniska (Fin) e Kamidoum (Cmr).
Note – Spettatori: 7000. Durata set: 28, 28, 30, 27.