EDMONDO BERSELLI – Il più mancino dei tiri – Il calcio è l’Italia.

Il più mancino dei tiri

Edito da Mondadori, “Il più mancino dei tiri” è uno dei saggi più evocativi del panorama italiano.
Ricco di spunti, suggerirà sorrisi al lettore che avrà l’opportunità di ricordare e immaginare di nuovo situazioni terminate, andate, finite.
Il libro parte da Mariolino Corso, dal suo tiro, dal suo piede sinistro (di Dio).
E il lettore –  che Berselli ama spazientire in maniera forte e vigorosa – rimane in attesa della descrizione di un’azione calcistica, del “più mancino dei tiri” (appunto).
Nel mezzo del libro chi legge si deve, però, accontentare di parallelismi tra il calcio e la società.
Si deve accontentare di personaggi che mischiano le loro storie: Manlio Scopigno, Comunardo Niccolai, Omar Sivori. Ma anche Giulio Andreotti, Ugo La Malfa, Alcide De Gasperi e tanti altri.

Berselli racconta Mario Corso quale esempio e simbolo (e quindi metafora) del fallimento della sinistra italiana: il tutto attraverso la spiegazione della filosofia calcistica degli anni di Corso, quando “il gruppo” non esisteva ancora e quando Corso poteva permettersi di rimanere nel cono d’ombra aspettando il lancio lungo da quaranta metri di Luisito Suarez, mentre il Mago Herrera si incazzava come una bestia perché la palla, secondo gli schemi provati in allenamento, sarebbe dovuta finire alla “nostalgia” di Sandrino Mazzola.
Per Edmondo Berselli, la memoria è l’unica cosa che conta nella vita. Da intendersi come partecipazione, momenti vissuti, e sentimenti di un passato condiviso. Ma la memoria (e quindi la vita) è anche sforzo, gioco di società e massimo criterio organizzativo.
Desideroso di non sincronizzare, Berselli crede che la storia sia tutto un sincrono, così come le emozioni, i racconti e tutto ciò che ricordiamo.
Al motto di “Io non voglio scoprire niente, ma vogliono ricordarmi tutto” Berselli fa un excursus interessante, divertente e alle vote romantico e nostalgico.
Frammenti

Una sola figura si esime dalla regola: è l’uomo in più, il fantasista dal tocco magico, il primo violino che suona una melodia tutta sua mentre l’orchestra segue disciplinatamente lo spartito”.

Sappiamo che in linea di tendenza la formula a zona si deve considerare “di sinistra”, mentre quella a uomo va classificata”di destra”. Quest’ultima infatti è conservatrice, fondata com’è sul riconoscimento dei limiti umani e sulla constatazione che è più facile distruggere che non costruire (…) La zona invece nasce dalla considerazione che il progetto, la rete organizzativa, il collettivismo, la Gestalt superano i limiti individuali”.

LEGGIBILITA’: Veloce

ROMANTICISMO: Al limite della nostalgia

MOLE: Ottima (125 pagine, tascabile)

PER CHI E’ QUESTO LIBRO: Per chi ama i parallelismi tra sport e vita

PER CHI NON E’ QUESTO LIBRO: Per chi odia il calcio e non ci vede nulla di più che i diritti tv e gli stipendi dei calciatori

 

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