Piacenza la conosciamo abbastanza bene e, tra pregi e difetti, sappiamo bene che non è questo il gioco che la caratterizza. In una partita dall’andamento a tratti lenti e poco appassionati, si impongono i padroni di casa con un 3-1 che lascia comunque poca soddisfazione.
Il primo set vede un equilibrio nel punteggio fino al 18 pari, quando Parodi raggiunge con un ace il 20-18. Si ritorna di nuovo in parità sul 24, per poi determinarne la chiusura con un primo tempo di Yosifov ed il successivo ace di Hernandez.
Anche il secondo set non si priva di sorprese. Sebbene i padroni di casa dominino gran parte del set, alla fine la Minsk torna battagliera, non solo riportando il punteggio in parità, ma superando 20-18. Giuliani è costretto a chiamare un time-out per risvegliare i suoi, di cui non riconosce le giocate e fa bene: l’ace di Hernandez riporta sul 20 pari. Ma per la Minsk l’occasione è troppa ghiotta, tant’è che si prosegue a suon di attacchi fino a 30-28 con cui chiude Piacenza, grazie al muro vincente di Yosifov.
Si torna in campo ed è di nuovo parità: 14-14 con una evidente invasione a rete di Coric che l’arbitro non vede ed uno scontro tra libero ed opposto della Minsk, lanciando il pallone sugli spalti (partono sguardi di fuoco tra i due, ve l’assicuro!). Ma comunque i bielorussi riescono a sfruttare positivamente le debolezze avversarie, con un 20-17 di vantaggio che obbliga Giuliani a chiamare un altro time-out d’obbligo. Questa volta però la strategia si rivela poco efficace: qualche difesa poco precisa ed una murata subita da Tzioumakas, entrato temporaneamente su Parodi, portano la Minsk a chiudere il terzo 25-21.
Il quarto set vede Piacenza sempre in vantaggio, pur non ancora protagonista di una partita nel suo stile. Rischio l’ancoraggio degli avversari sul finale di set, con ancora qualche disattenzione di troppo come la palla che cade rovinosamente tra Hierrezuelo ed Alletti. 25-22 finale, con l’ace di Hierrezuelo che chiude definitivamente un match dai toni poco entusiasmanti.
Spiegazioni in itinere daranno luce alla scelta del tema, che vanta oggi di una doppia vita. Parliamo infatti dei #tarocchi, sia intendendo gli strumenti legati alla cartomanzia sia tutte le storpiature delle grandi marche di moda che fanno storcere il naso ai milanesi nativi in Montenapoleone.
ANDREI RADZIUK (STROITEL MINSK): spesse volte la vita non consta semplicemente di doti e virtù. C’è sempre quella botta di fortuna che non guasta mai, per una performance che potrebbe avere quel pizzico di colore in più. Ed è proprio codesta a mancare a Radziuk, incompreso figliol prodigo colpito irresponsabilmente da un impetuoso Hernandez, con una palla che sarebbe viceversa terminata fuori dal campo. È la nostra carta dell’ #appeso, tortura medioevale di norma associata ai mestieranti ed agli artisti, in questo contesto tutto per lui da parte dei compagni.
Samuele Papi (LPR PIACENZA): l’entusiasmo dilagante che caratterizza questa partita trapela anche dal gesto tecnico meno carico di concentrazione che mai. Papi difende infatti un attacco murato dagli avversari semplicemente sporgendo un braccio a destra, senza quasi accorgersi del gesto compiuto. Un pensiero si lega subito alle #ballstar, che, pur sfruttando l’onomatopea, hanno ben poco in comune con l’originale trend sportivo.
KIRYL KUBAR (STROITEL MINSK): questa paropagella trova un posto necessariamente anche per lui, originale musa ispiratrice del tema della giornata. Di primo acchito infatti, senza le squadra schierate in campo, il tabellone luminoso può ingannevolmente colpire i più, beffati dal nome che facilmente ricorda qualcun altro, #kubiak per la precisione. Peccato che poi le evidenze siano effettivamente differenti; una taroccata, appunto!
AIMONE ALLETTI (LPR PIACENZA): 26-27 secondo set, momento tesissimo della partita, quand’ecco che Alletti mura l’attacco dell’opposto avversario. Il risultato sembrerebbe essere palla in campo e punto ai padroni di casa, se non fosse che l’arbitro la decreta fuori, dando il punto alla Minsk. E mentre i bielorussi si ricompongono a testa bassa, Alletti sorride guardando i loro sguardi, perché in fondo sa di quanto sia ‘na taroccata. Una scelta che sa di #dolceebanana, come dire..lascia un pò sbigottiti!!
ZELIJKO CORIC (STROITEL MINSK): ritorniamo sul tema fortuna, poiché quello che è mancato a Radziuk per evitare l’attacco di Hernandez se l’è accaparrato Coric. Siamo intorno alla metà del primo set quando Clevenot attacca da posto quattro, mirando esattamente la linea laterale al bordo del campo. Ma è proprio lì che si trova Coric, o meglio il suo piede destro, su cui aleatoriamente rimbalza la palla, tornando nel campo avverso. Senza troppe spiegazioni, la sua carta è la #ruotadellafortuna, con questa ruota sormontata da una sfinge con spada e corona.