Iniziano i play-off, al via le sorprese: Calzedonia Verona batte 3-1 Azimut Modena, in una sfida in cui i modenesi hanno preso solo parzialmente parte. Nel primo set Verona si fa avanti sfruttando le innumerevoli battute avversarie sbagliate. Riaggancia Modena sul 23 pari ma il disastro finale di Travica, che tenta inutilmente di buttare a terra il pallone in maniera solipsistica, chiude definitivamente il primo set a favore dei veronesi. Modena riparte cambiando mood, con un netto vantaggio 16-11 che lascia poco margine di cambiamento. Chiude il set Orduna in ace e sembra essere il momento della svolta. Nel terzo set però si ripresenta Verona, a partire dalla coppia Kovacevic-Djuric che bene non fa alla difesa modenese. Ngapeth sbaglia letteralmente un attacco senza muro, condizione da cui si preavvisa qualche problema nell’aria. Ma Modena recupera le energie e riaggancia gli avversari sul 23 pari, da cui inizierà una danza a suon di colpi vicendevoli fino al 29-27, quando l’attacco out di Vettori fa presagire qualche problematica di intesa generale. Si attende il quarto set per un capovolgimento della situazione ma Verona non intende mollare il colpo. L’entrata di Francois incentiva la volontà veronese verso la vittoria, anche se il miracolo modenese permette una condizione di parità sul finale del set. Da qui parte una scambio avvincente di colpi, senza esclusione di strategia e tattica, chiuso però da un errore modenese, ancora una volta.
Protagonisti di storie, attori di una vita. Ognuno di noi ha un copione, nella concezione più relativistica possibile che anche una società per gli assunti democratica può concedere. Lungo vita al musical, nello specifico a #notredamedeparis, per ricordarci un po’ tutti della nostra maschera (Pirandello docet!).
UROS KOVACEVIC (CALZEDONIA VERONA): l’abito non fa il monaco ma vederlo abbracciare Giovi andando in battuta dà l’idea di una esteriorità parlante. Occorre quindi sondare nel profondo, senza attendersi alla sola superficialità, con lo stesso atteggiamento con cui conoscere #quasimodo.
SANTIAGO ORDUNA (AZIMUT MODENA): per una posizione critica quanto la sua, il minimo insindacabile è un moto di orgoglio. Quello che emerge agli inizi del primo set con un muro insondabile e con l’ace alla fine del secondo. Un #gargoyle, in una potenzialità che deve essere sfruttata senza i limiti di un pregiudizio bloccante.
SIMONE ANZANI (CALZEDONIA VERONA): essere decisivi significa mettere in crisi la ricezione di Ngapeth per due turni di seguito, oltre a murare lo stesso soggetto nel secondo set, senza margine d’azione. Un giocatore grintoso e sprezzante del pericolo, con la stessa gagliardia di #esmeralda quando varca le porte di Parigi.
MAXWELL HOLT (AZIMUT MODENA): lo specchio di una squadra che ha giocato a tratti, Holt non salta su un attacco, quasi spiazzato dagli eventi della vita, per poi fare il muro della vita nell’azione successiva. Una coerenza che quasi fa invidia a #frollo, sacerdote intellettuale, seppur innamorato di Esmeralda in modo sacrilego.
MICHELE BARANOWICZ (CALZEDONIA VERONA): un regista che stasera sa cosa, come e quando vuole ottenere qualcosa. Il nostro #phoebus, capitano delle guardie è un reale condizionante nell’intreccio della narrazione.