Volley Maschile serie A1 – Ha deciso di piovere sul bagnato e a rimetterci è la Copra Elior Piacenza: ieri sono arrivati, quasi in contemporanea, l’annuncio che Simon potrà giocare solo nel 2013 e quello del Presidente Molinaroli che ha dichiarato che a fine stagione la squadra chiuderà. Addio al progetto di tornare vincente sui fronti nazionali e continentali entro il 2014.
Il Pala Banca non è stato a guardare in silenzio. I giocatori hanno fatto riscaldamento con una maglia che parlava chiaro: “Simon in campo subito”. I tifosi hanno rafforzato l’idea con meno diplomazia, circondando il perimetro del campo con una serie di cartelloni eloquenti: “FIVB VERGOGNA” è il messaggio indirizzato a Losanna.
Spazio non solo alle polemiche, ma anche a gesti nobili: standing ovation per Angelo Lorenzetti, “monumento di questo movimento”, allenatore che ha portato Piacenza a vincere scudetto e Supercoppa nel 2009 e ora sulla panchina di Modena. E ancora boato di applausi commossi per l’annuncio della nascita di Andrea Bovolenta e un bel coro partito dalla curva dei Lupi Biancorossi diretto all’indimenticato Bovo.
Le grandi emozioni si esauriscono quasi tutte prima dell’inizio della partita e questo non è buon segno. Escludiamo dalla noia il finale del 1° set, con la rimonta di Piacenza che approfitta dell’impantanamento di Modena sul 21° punto: con un parziale di 4-0 e le zampate di Fox e Zlatanov i padroni di casa riescono quasi a riagguantare il pareggio. Sul 23-24 l’arbitro non vede il quarto tocco di Modena e assegna il punto agli ospiti, scatenando ire funeste che vengono prontamente – e giustamente – ascoltate: si va ai vantaggi e tra un capovolgimento di fronte e l’altro ci si diverte. Il set lo porta a casa Modena, prima di cedere al ritorno progressivo di Piacenza.
Parola chiave del match: servizio. Sbagliato, per la precisione: 20 errori in battuta per Piacenza, addirittura 33 per Modena. Non ci vuole molto a capire che questo fondamentale è stato determinante in negativo e che sarà motivo di profonde riflessioni per entrambe le squadre. I numeri parlano di 0 ace per Piacenza e 6 per Modena (di cui 4 nel 1° set), ma è meglio non farsi ingannare: gli ace degli ospiti sono stati determinati da incertezze nelle competenze nel campo piacentino.
Il livello tecnico espresso in campo è lontano da quello che devono avere due formazioni che puntano alla parte alta della classifica: Modena non ha trascinatori, ma esprime una buona collettività. Qualche muro in più (solo 4, contro i 14 di Piacenza) non farebbe male, e farebbe sicuramente bene anche risparmiare qualche pasticcio sotto rete.
Quanto a pasticci Piacenza non è da meno: tra i palloni di De Cecco, spesso ai limiti dell’ingiocabilità, e gli orrori in ricezione Monti ha molto da recriminare ai suoi giocatori. La Copra, però, ha un asso nella manica – e non è cosa da poco: la “triade” di senatori Papi-Fei-Zlatanov. Sono loro a tenere in piedi una squadra che altrimenti sarebbe troppo disunita. Sono loro a mettere in campo il carattere che serve per tenere in pugno una partita. Sono loro a mettere giù i palloni che determinano l’andamento del match. Insomma, meno male che ci sono loro!
LE “PAROPAGELLE”
Zlatanov: il capitano mette sempre gli attributi in campo. Nel finale del 2° set suona una vigorosa sveglia ai compagni che si stavano addormentando; nel 3° set indossa elmo, scudo e armatura e per Modena non c’è più speranza. L’ultimo punto gli regala la meritata ribalta e il titolo di Mvp non poteva essere di altri se non suo. Indispensabile.
Papi: fa il lavoro sporco nei primi due set, rimanendo defilato e cercando soprattutto di dare copertura all’autostrada che spesso si apre nel campo piacentino. Nel 3° set il match svolta: attacca da destra, da sinistra, in pipe, fa punto a muro. Praticamente non lo tiene più nessuno e 3 dei 5 punti finali di Piacenza sono firmati da lui. Zorro.
De Cecco: dicono che sia un campione e noi ci crediamo sulla fiducia. Qualche giocata generosa e di talento (come quella che nel 3° set ha salvato il punto su una ricezione complicata di Zlatanov) non cancella dagli occhi due ore di palloni distribuiti in maniera imprecisa: troppo alti, troppo bassi, troppo lontani da rete. All’argentino manca la misura. Incompreso (o incomprensibile?).
Holt: nel 2° set prende la lancia (top scorer del parziale per Piacenza) e dà una mano a Fox e Zlatanov perché non possono fare tutto da soli. Spalla.
Celitans: per i primi due set c’è, ma non si vede – e non è un complimento. Esce dall’ombra nel 3° set, ma non può trascinare la squadra da solo, nonostante con i suoi 26 punti sia il vero martello del match. Solitario.
Deroo: spina nel fianco nel 1° set, prima di sgonfiarsi insieme al resto del soufflé modenese. Incostante.
Sala: la classe non è acqua, e nemmeno l’esperienza. Là al centro ha molto da dire e mette giù più palloni degli schiacciatori (13 punti). Valore aggiunto.
COPRA ELIOR PIACENZA – CASA MODENA 3-1
Parziali: 27-29; 25-23; 25-19; 25-23
COPRA ELIOR PIACENZA: De Cecco (3), Tencati (6), Holt (7), Fei (16), Papi (14), Zlatanov (15), Vettori, Marra (L). Non entrati: Latelli, Tavana, Corvetta, Ogurcak, Maruotti. All: Luca Monti.
CASA MODENA: Baranowicz (1), Sala (13), Vesely (6), Celitans (26), Kooy (12), Deroo (9), Casadei, Piscopo, Quesque (1), Molteni (1). Non entrati: Catellani, Pinelli. All: Angelo Lorenzetti.
Arbitri: Nico Castagna, Matteo Cipolla
Note – Durata set: 32’, 28’, 26’, 28’; tot: 1h54’