di Silvia Galimberti
Lega A Basket Maschile – Ritrovata dopo l’amichevole di settembre nel torneo Fabio e Simo (ricordati oggi dalla tifoseria canturina nel quarto anniversario dalla loro scomparsa), Cremona fa molto meno paura. Due mesi fa aveva dato del filo da torcere. Oggi, dopo una Supercoppa vinta, dopo il Qualifying round e – soprattutto – con addosso ancora l’adrenalina dell’impresa compiuta giovedì contro il Fenerbahce di Simone Pianigiani, la Chebolletta non è disposta a farsi portare troppo a spasso. Dopo un primo quarto tiepido, i canturini dettano legge e seppelliscono la Vanoli per 87-60.
Capito subito chi è la mina vagante di questa frizzante chebolletta, alla costole di Tabu coach Caja mette Jackson. La guardia statunitense – che già nel precampionato era riuscita a impressionare con i suoi 24 punti – riesce per un certo periodo a sfibrare il gioco dei canturini, lentamente, con pazienza: da solo realizza 8 dei 16 punti della Vanoli nel primo quarto e con le sue triple (2/3) tiene la scia di Cantù che, è vero, parte a razzo con un 9-2 ma poi così lontano non riesce a correre, tanto da chiudere il parziale avanti solo di 2 (18-16).
La fuga di Cantù inizia nel secondo quarto e porta la firma di Jeff Brooks (ancora una volta impeccabile da ogni parte del campo, un Re Mida alla corte di Trinchieri): con le sue due bombe a ripetizione la chebolletta prende il largo (35-23) e si toglie di dosso definitivamente il respiro affannoso degli inseguitori. Di fatto l’inerzia è tutta per Cantù, con un parziale di 15-6 a 2’ dall’intervallo lungo, Cremona si lascia piegare e neppure Harris Lance, miglior marcatore del campionato fino a questo momento, non riesce a svettare (a fine match il suo tabellino segna 17 punti, col 38%, un disastroso 4/12 dalla lunetta e -28 di valutazione). Cantù tira meglio, dalla lunetta è implacabile (7/7 solo nel secondo periodo) e la differenza è scritta nel 46-33 su cui le due formazioni vanno a riposo.
Cremona, se prima già correva nella penombra, nel terzo quarto spegne definitivamente la luce: il parziale di 9-2, in cui c’è buona parte di Aradori, è la pista di rollaggio su cui Cantù si prepara a decollare. Poi a ruota arrivano Brooks e Mazzarino dall’arco per il +25 e qui la partita diventa una passerella. Allontanatosi ormai a distanza siderale, Trinchieri fa ruotare anche il giovanissimo Casella e Kudlacek: la regia è sua anche per tutto l’ultimo quarto, per un po’ affiancato dal mentore Jonathan Tabu e poi lasciato solo a gestire una squadra che ormai gioca col pilota automatico. Quando, a 3’ dalla fine, il play statunitense esce dall’arena, la standing ovation è tutta meritata. È lui il migliore in campo, anche stavolta. Per ora, l’assenza di Smith non si fa sentire.
“La cosa difficile è trovare motivazioni sempre nuove – ha ammesso Trinchieri – perché le motivazioni non si generano da sole e dopo una partita come quella di giovedì il rischio era quello di fare un passo falso. Invece siamo stati bravi a nutrire l’entusiasmo: il nostro compito oggi è quello di creare energia per costruire qualcosa di duraturo”. Ora tocca solo aspettare l’esito dello spareggio tra Roma e Siena nel posticipo di domani per sapere con chi condividere la terza piazza, ora un po’ meno affollata dopo la sconfitta di Bologna per mano della Juvecaserta.