Eurolega Basket Maschile -Per due centesimi fuori tempo, un passo sbagliato, la musica si spegne. È mancato il tiro decisivo, quello del possibile pareggio, a un battito di ciglia dalla sirena: Tabu ha trovato il ferro, il Panathinaikos la vittoria di misura per 69-71. Cantù a Desio ha sbattuto il muso contro la porta d’Europa, è solo socchiusa ma ormai ci vorrebbe un ariete per abbatterla. La matematica non è ancora perentoria ma, di fatto, recuperare un quinto posto in un girone di ferro che vede al comando Real Madrid, Fenerbahce e Khimki (ancora da affrontare, con le ultime due che apparecchiano vendetta aspettando i brianzoli in casa) è obiettivamente dura.
Un gioco di equilibri, ogni palla decisiva, forse più una guerra psicologica che non di sangue e sudore, dove però i greci hanno saputo dominare in alcuni punti chiave: rimbalzi e tiri da tre, il contrappunto che ha dato il ritmo del sirtaki ballato dagli uomini di Pedoulakis.
“Avevamo bisogno di andare oltre i limiti: ci sono serate in cui ci riusciamo, altre no – ha ammesso un laconico Trinchieri a fine match -. Abbiamo lottato duramente, ma più che sul campo siamo stati battuti nella testa. Noi non abbiamo tante stellette sulla maglia, quelle non sono decorative. Ci manca l’esperienza per reggere partite come questa in cui ogni possesso fa la differenza. Le giocate decisive sono state 6 o 7, ma i tiri importanti li ha fatti il Panathinaikos”.
Eppure Cantù non ha mosso passi incerti sul parquet di casa: l’inizio è tutto suo con un 8-3 che mette in allarme i greci. È l’ex Olimpia e Montepaschi Jonas Maciulis a prendersi in spalla la squadra: suoi i canestri dell’8-8 e del primo vantaggio greco per 12-10, micro vantaggio difeso fino alla fine della prima frazione di gioco anche grazie alla sua totale leadership a rimbalzo, che di fatto segna il solco con Cantù (15-4 recita il tabellino al primo intervallo, di cui 5 della guardia lituana). Trinchieri rimescola le carte prima buttando nella mischia Kudlacek e Tyus, poi a un minuto dalla sirena capitan Nic e Brooks.
Sull’arco si muove tutta la danza del secondo quarto, con botta e risposta tra Diamantidis e Tabu, ma di fatto non ci si sposta di un centimetro. Sempre sulla stessa mattonella, neppure la schiacciata liberatoria di Alex Tyus per il 32-30 riesce a spaventare gli ateniesi che rammendano sempre. Si arriva ancora in parità al riposo (34-34): la partita si annuncia molto lunga.
Alla ripresa, il primo break porta la firma della Mapooro che prova l’allungo con Tabu portandosi sul 42-37 ma l’ossigeno dura lo spazio di un paio di volteggi poi il solito corpo a corpo. Il Panathinaikos è sempre lì, nonostante un Aradori più lucido di quanto non fosse apparso in avvio, trovi nel finale del terzo periodo il suo passo: solo un fallo di sfondamento gli impedisce di costruire il vantaggio che poteva rivelarsi decisivo e la tripla del greco Bramos (un cecchino, 7/9 dalla lunga distanza per 21 punti totali) fa il resto quando manca solo un quarto da giocare (50-54). Ancora una volta, la quadriglia biancoblu cerca di dettare un nuovo ritmo: con un break di 9-0 la Mapooro vola sul +5, sono le acrobazie di Tyus ad alzare il volume per il 59-54 e il successivo 61-56. Ma Bramos non perdona, dopo aver ridotto il gap fa partire dalle sue mani la bomba finale del 68-71. Tabu dalla lunetta spreca un tiro (69-71), poi manca il canestro del supplementare. Certo, non bastava vincere di misura per poter sperare in un passaggio in extremis alle Top 16 (servivano 3 punti sui greci), ora però Cantù si è tolta definitivamente dall’imbarazzo di sofisticati conteggi.