Nazionale Volley Maschile – La squadra di Mauro Berruto e capitan Cristian Savani cede le armi alla cugina Francia per 3-1 in un anticipo di Europei 2013 che ha ancora poco del sapore che potrebbe. Prendi una ricetta di un piatto nuovo, che funziona e che supera le mode di una stagione. Mescola materie prime di prima scelta e amalgama il tutto. Ecco, non sempre il risultato viene: soprattutto è quasi impossibile che riesca alla prima prova. L’Italvolley è così: buona in teoria, ma con tanti ingredienti da amalgamare.
Alla prima prova la ricetta è rimasta incompiuta: Italia dei sapori giovani (il veterano è Birarelli, 33 anni) e dei volti nuovi, ancora slegata e da rendere certamente più gustosa nel trovare la giusta intesa tra palleggiatore e centrali. Battuta insapore, ma i singoli ingredienti sono esplosivi e alla giusta temperatura di cottura (gli Europei, ma speriamo anche prima) potrebbero far venire l’acquolina in bocca.
Gli sfidanti hanno messo in campo l’ingrediente segreto, un Earvin Ngapeth che quando gioca come stasera è capace di rendere dolce anche la panna acida. La Francia non ha propriamente impressionato: nonostante sulla carta l’Italia sia di qualità superiore, il gioco lento e a tratti prevedibile e impreciso degli Azzurri ha fatto sembrare nouvelle cousine anche un piatto discreto. Quindi gli chef d’oltralpe hanno esibito i piatti forti con la battuta di Le Roux (3 ace), Quesuqe (2 ace) e 9 muri (di cui 4 solo nel 3° set), facendo dimenticare il risultato bruciacchiato del 2° set (25-19). Berruto ha provato diverse soluzioni per addolcire l’amaro: nel 3° set Fedrizzi al posto di Savani (in difficoltà in ricezione) e Baranowicz al posto di Travica; nel 4° set Zaytsev è tornato in banda per l’ingresso di Vettori. A salvare almeno l’aspetto esteriore hanno aiutato i muri di Beretta (3, tutti nel 4° set). Manca qualcosa che renda speziata questa italica pietanza ed è il peperoncino: quello che è mancato sul 24-20, che bisognava chiudere per conquistare il tie-break e che, invece, è stato perso 25-27 con uno scatenato Ngapeth.
La ricetta è stata servita su un piatto di portata degno delle grandi cene: Pala Bre Banca con 4688 spettatori, tutto esarito.
Foto di Italia-Francia 1-3 di Elena Zanutto
Le “paropagelle”
Ivan Zaytsev. Mette in ginocchio chiunque tenti di opporsi alla sua sete di punti e quando suonano le sirene dell’allarme emorragia lui interviene come un laccio emostatico. Sigla il 2° set con muro furetto: lui sorride e intanto fa parlare il braccio al posto suo. Infatti nel set successivo, mentre i compagni erano bloccati dal calcolare un algoritmo per prevedere i terremoti, lui faceva tremare il flex (e il palazzetto quasi veniva giù per le grida delle ragazzine in stile Aida) con le sue schiacciate. Nell’ultimo set tira il fiato fino al primo time out tecnico, poi si scuote dal torpore. Appartiene a quella specie di schiacciatore che dove lo metti lui sta – e la mette giù. 18 volte. #Chirurgico
Salvatore Rossini. Si lancia come un gabbiano in mezzo al mare: in tempi di crisi lui non si risparmia mai e lotta come se ogni pallone fosse l’ultimo. Non lesina nemmeno sulla personalità e ne mette in campo una bella dose. Può migliorare, ma partire in alto è già molto. #GabbianoJonathanLivingstone
Cristian Savani. Si fa in quattro in difesa, in cinque in attacco e in sei per piegare le braccia del muro. In battuta lo smalto della forma migliore è da lucidare e la sua partita finisce con il doppio ace subito da Quesque. Però quando la squadra ha bisogno di una chioccia lui guida il gruppo come nessun altro. #OmbrellinoNellaFolla voto: 6.5
Dragan Travica. Volevamo chiamare Umberto Tozzi e fargli cantare “Si può fare di più perché è dentro di te” (licenza poetica…) al regista in crisi: doti indiscutibili, ma indiscutibilmente serata in cui non ci ha capito molto di come gestire la nuova coppia di centrali. In mancanza di conigli dal cilindro va sul sicuro dando la palla a Zaytsev, che lui un modo per metterla giù lo trova sempre. Nel 2° set dà un saggio di quello che può fare la sua battuta: male, molto. Il parziale di 4-0 ne è la prova. #CristallOpaco
Thomas Beretta. Naviga a pelo di rete per 3 set, poi nel 4° si trasforma in pirata e decide che da lì proprio non si passa. Candidato a guardiano del faro. #DottorMuro
Earvin Ngapeth. Dimostra che la pallavolo “ignorante” è quella che vince: nel finale di match lancia il cuore oltre l’ostacolo, libera il braccio da ogni schema e da ogni tatticismo e non fa altro che colpire la palla alla massima potenza. E precisione. E qui sta l’intelligenza del fenomeno: in ogni momento del match sa quale atteggiamento è quello che porterà più punti. Migliore in campo, ci mancherebbe: 22 punti e un carattere che potrebbe anche venderlo e gliene rimarrebbe a sufficienza per battere, da solo, gli avversari. Stasera in campo francese era da solo. Ma dalle tribune il tifo per lui è stato di grande compagnia. Compreso lo striscione esposto a inizio partita: “Nous nous souviendront toujours ton sourire et tes larmes…au revoir et merci Earvin” (Ci ricorderemo sempre del tuo sorriso e delle tue lacrime… arrivederci e grazie, Earvin). #LaClasseHaLeBollicine
Guillaume Quesque. Lo ricorderemo perché, dopo essere scomparso dal match, è riapparso nel 3° set con squilli di trombe per declamare un turno di battuta che ha portato un parziale di 7-0, compresi quei 2 ace consecutivi su Savani che sono valsi la sostituzione del capitano. #Spietato
ITALIA – FRANCIA 1-3
ITALIA: Beretta (9), Parodi (12), Vettori (3), Zaytsev (18), Savani (7), Travica (1), Piano, Birarelli (9), Baranowicz, Cester, Giovi, Rossini (L), Fedrizzi. All.: Mauro Berruto.
FRANCIA: Grebennikov (L), Hardy-Dessource (9), Redwitz, Toniutti, Lyneel, Ngapeth (22), Le Goff (2), Tuia, Quesque (9), Le Roux (13), Sidibe (13). All.: Laurent Tillie
PARZIALI: 18-25 (25′); 25-19 (25′); 14-25 (23′); 25-27 (31′); tot.: 1h44′.
NOTE: spettatori: 4688; incasso: Euro 26855. Italia: bs 18; ace 3; muri 7; errori 22; ricezione 49% (perf. 28%); attacco 45%. Francia: bs 9; ace 6; muri 9; errori 28; ricezione 54% (perf. 32%); attacco 50%.