World League 2013 – Solo ieri era un gioco, oggi è realtà: l’Italvolley vince la prima battaglia a Novi Sad battendo la Serbia 3-2 e prenota un volo diretto per l’Argentina. Domani ci sarà da soffrire ancora per conquistare il punto che darebbe la certezza matematica della qualificazione.
Solo ieri era un gioco, allora come spieghi il fuoco che ha rischiato di bruciare gli Azzurri di Berruto nel difficile campo serbo? (Stasera ci facciamo accompagnare dai Negramaro).
Ho visto andare tutto in fiamme nel 1° set, quando a bruciare il tempo sono stati Atanasijevic in battuta e Podrascanin a rete, che hanno messo da parte un piccolo tesoretto di 10 punti di vantaggio su cui la Serbia ha costruito il divario. La difesa azzurra? Ferma sulle gambe a chiedersi il perché non riuscisse a prendere in mano la storia di questa partita. Questa non è una storia facile, c’è chi racconta della capacità della Serbia di mettere pressione e riagguantare sempre l’Italia che passava in vantaggio, della pressione messa in battuta (6 ace contro i 2 degli Azzurri), dei primi tempi della coppia di centrali più veloce d’Europa, del talento di Atanasijevic (sempre più erede di Miljkovic). Poi c’è chi racconta di un’Italia che dal 2° set è stata più attenta in difesa e più cattiva in attacco: ancora a fasi alterne, con momenti di imprecisione in copertura che hanno consegnato il 3° set agli avversari. Capace, però, nei momenti decisivi di essere fredda e determinata: quando il punteggio viaggia sul filo del rasoio i ragazzi di Berruto si esaltano e rimediano a ogni sbaglio con un’altra storia. Una storia fatta di cuore, coraggio e voglia di vincere: il finale di un tie-break appassionante è stato un flipper di match point annullati, prima del muro di capitan Savani che ha scritto il lieto fine (con buona pace dei Negramaro, che non l’hanno previsto).
Per noi questo è vivere: soffrire, ma senza rinunciare a combattere.
Le “paropagelle”
Ivan Zaytsev. Inizia firmando i 2 punti del vantaggio azzurro, prima di rimanere imbrigliato insieme ai compagni nella rete tessuta dal gioco serbo: poco cercato da Travica, la sua è una luce troppo soffusa per essere protagonista. Dal 2° set tu vai via, non puoi aspettare tanto tempo inutile e così vai solo via: bicipite d’attacco in assetto da sfondamento, anche quando le palle che gli arrivano non sono propriamente da accademia della pallavolo. Nel 4° set ha un momento di difficoltà in cui non riesce a trovare le mani del muro, ma si riprende in tempo per essere ancora protagonista del match con 29 punti. #ViaLeManiDagliOcchi
Cristian Savani. Come sempre, son sicuro, al mio fianco resterai: il capitano non abbandona mai la propria nave. Gli unici due ace azzurri sono autografati da lui e riscattano una serata decisamente negativa dai 9 metri. Ha la capacità di mettere giù i punti più importanti per il morale, ma soprattutto per il risultato: due sue battute velenose fanno conquistare all’Italia il 2° set e la firma sul muro che chiude il match è sua. #ComeSempre
Simone Parodi. Io non lascio traccia come pioggia sulla neve. Ma Super Simo lascia più di una traccia nel campo serbo quando nel 1° set è protagonista nel tentativo di rimonta. Poi fa il solito, fondamentale lavoro in ricezione e, in difesa, si butta deciso come un temporale – anche se stasera la situazione era incandescente nella seconda linea. #SonIoAScegliereDiEsserePioggia SuNeve
Dragan Travica. A volte certo capita anche a me di non avere la lucidità per distribuire e dare palloni precisi: nel 1° set fa quel che può con una ricezione in apnea, nel 2° illumina il primo time out tecnico con un muro energico, poi ruba il sole al gioco, commette tante imprecisioni e un brutto errore sotto rete. Nel 3° set per fortuna ritrova il sole perso e proprio oggi che il cielo è azzurro non riesce a trovare anche l’ace (ma mette sempre tanta pressione in battuta). #AVolteCertoCapita
Emanuele Birarelli. Ti è mai successo di sentirti al centro di ogni cosa? Partita difficile anche per il centrale campione del mondo, ma al centro la sua legge è sempre quella che vale: mentre la partita gira lui è così al centro che la può anche fermare e infatti è lui il migliore della serata a muro (5). Cambia il senso della direzione per tornare in vantaggio annullando due match point nel tie-break. #TièMaiSuccesso
Aleks Atanasijevic. Un passo avanti e il cielo è del colore della scia lasciata dalle sue battute e dalle sue diagonali d’attacco: presenta un biglietto da visita di 3 ace nei primi 6 punti della partita e di un turno in battuta che vale un parziale di 10-0. Come sempre sei nell’aria e mi uccidi: tira il fiato solo nel 4° set, per tutto il resto della partita è un passo avanti. 25 punti e 3 ace, ma si spalma su tre muri importanti: quelli del Drago, di Zaytsev e soprattutto di Savani (che chiude il match). #(Solo)UnPassoIndietro
Nikola Kovacevic. L’ala serba vola con 20 punti e una partita da protagonista. Le sue diagonali costringono la difesa azzurra a coprirsi la testa con la sabbia quando pensa che sian troppi gli attacchi. #ParlamiDAmore
Altopiano balcanico: composto dalle due montagne Stankovic-Podrascanin, 20 punti e 6 muri in condivisione. Non puoi fidarti proprio delle loro manone a rete: velocissimi nei primi tempi, velocissimi in lettura e a piazzare il loro block “in”. Sono l’#Essenza del gioco di questa Serbia.
Si replica questa sera sempre su RaiSport1 alle 20.
SERBIA – ITALIA 2-3
SERBIA: N.Kovacevic (20), U.Kovacevic (9), Petkovic (5), Stankovic (9), Nikic (3), Rasic (1), Atanasijevic (25), Starovic, Podrascanin (11), Rosic (L), Petric. Non entrati: Jovovic. All. Igor Kolakovic.
ITALIA: Beretta (7), Parodi (9), Vettori, Zaytsev (29), Savani (15), Travica (3), Birarelli (15), Giovi (L), Rossini. Non entrati: Piano, Kovar, Baranowicz. All.: Mauro Berruto.
PARZIALI: 25-20 (27′); 22-25 (27′), 25-21 (29′), 22-25 (30′); 17-19 (22′); tot. 2h15′.
ARBITRI: Gennady Kondakov (Ucraina) e Martin Hudik (Rep. Ceca).
NOTE: spettatori: 5800. Serbia: ace 6; muri 10. Italia: ace 2; muri 16.
Foto Fivb