Zaytsev_Ivan_World_League

World League 2013 – Italia, buona la prima. Le “paropagelle” (Tema: Subsonica)

World League 2013 – Non è stata la rivincita di Londra 2012: l’Italvolley non ha concesso neanche un punto (ma solo un set) alla Bulgaria e ha debuttato in queste Final Six di World League con una vittoria 3-1. Non succedeva dal 2004, e non aggiungiamo altro. In cima alla classifica della Pool D c’è la Nazionale di Mauro Berruto, che continua a soffrire, ma che continua a centrare risultati. Domani affronterà l’Argentina, ma la qualificazione alle semifinali è cosa fatta.

Bene, vorremmo invitarvi in un posto che noi amiamo chiamare “discoteca volley”. Citiamo liberamente i Subsonica per raccontare una serata emozionante e davvero lovely. Durante la quale gli Azzurri quasi quasi lo avrebbero fatto: giocare in maniera quasi quasi perfetta. “Abbiamo giocato molto bene nel 1° set”, ha detto Drago Travica. “E’ stato uno dei nostri set migliori della World League di quest’anno”. Quasi quasi gli Azzurri hanno tradito una superiorità fin troppo facile – e si sono divertiti: 18-25 con la Bulgaria spettatrice di se stessa.

La vera Bulgaria si è vista in campo dal 2° set, ma quasi quasi Savani e Birarelli a muro non ascoltavano il rumore delle schiacciate che Sokolov continuava a deformare a terra, trovando il pareggio sul 12-12. Quasi quasi, però, hanno esagerato nel concedere alla Bulgaria lo spazio necessario per murare tutto e ritornare sull’1-1.

Quasi quasi l’Italia sembrava arrendersi nel 3° set, quando la situazione si era fatta molto seria: Sokolov, Skrimov e la coppia di centrali Aleksiev-Yosifov impedivano ai terminali d’attacco di portare a buon termine le azioni costruite con non poca fatica. Sul 20-15 è successo qualcosa: quasi quasi il gruppo ha ascoltato il proprio cuore e si è sollevato (senza quasi quasi). “Abbiamo giocato non la nostra migliore pallavolo”, ha spiegato Travica, “ma nel momento più difficile del match abbiamo giocato con il cuore“.

Vorrei una Nazionale con un cuore grande un centinaio di chilometri dal quale non si possa uscire: l’Italia ha annullato lo svantaggio di 5 punti (20-20), prima di seminare Sokolov nel labirinto delle mani del muro che non lo ha più fatto passare.

Nel 4° set la musica non è cambiata con la Bulgaria determinata a portare l’Italia al tie-break. La squadra di Placì, però, non ha fatto i conti con l’assenza di gravità del cuore azzurro: capace di regalare agli altri punti pesanti in battuta (sono ancora lontani i tempi migliori), incapace di attaccare con continuità (tanti i muri subiti da Zaytsev-Savani-Parodi), capace di complicarsi la vita in difesa. Ma capace, soprattutto, di riportarsi i parità 20-20, di passare in vantaggio con un ace di Birarelli che ha beffato la Bulgaria, e di ascoltare l’allenatore che chiede “ancora sei minuti di qualità” per portare a casa il match. Beretta con un primo tempo e Savani con un mani out che è corso su tutto il nastro della rete sono stati i “sei minuti” di passione e di cuore di una squadra vincente.

Le “paropagelle”

 

Ivan Zaytsev – Tsvetan Sokolov. Sono ossessionato dalla perfezione che risiede in ognuno di noi. La sfida tra opposti viaggiava sui livelli della ricerca della perfezione: nessuno dei due l’ha raggiunta, perché a dispetto delle apparenze sono ancora giovani e hanno ancora tante reazioni cellulari e fattori neurotrofici da migliorare per far parlare di loro. Entrambi discontinui (1° set in ombra per Sokolov, tanti muri in faccia per lo Zar tra 2° e 3° set), entrambi capaci di infiammare il gioco con grande versatilità: sanno attaccare da ogni posizione del campo e l’ace di Sokolov in avvio di 4° set dimostra la sua capacità di addomesticare la palla sia con potenza che con delicatezza. La differenza è che stasera la Bulgaria ha impostato il proprio gioco quasi unicamente su Sokolov (27 punti, 3 muri, 3 ace), mentre l’Italia riesce ad avere diverse alternative in attacco (Zaytsev migliore azzurro con 19 punti e 1 muro) In ogni caso, perfettamente indispensabili nel ruolo di trascinatori. #Perfezione

 

Emanuele Birarelli. L’Italvolley, a volte, è un mondo fragile, ma tutto cade incantevole come quando il Bira fa punto. I primi 3 punti del match sono suoi. I 2 punti che hanno portato al primo match point sono suoi. C’è un feeling con Travica che neanche nelle migliori famiglie: riescono, la fantasia dell’uno e la classe dell’altro, a giocare palloni che sarebbero impossibili per altri e a trasformarli in punto. Il punto, Bira lo fa in tanti modi: se a muro andrai lui rispedisce in mezzo al campo; se un primo tempo aspetterai lui ti sorprende per la capacità di essere sempre puntuale e preciso; se il servizio riceverai lui ti befferà con la sua classica flot che miete vittime. In questo momento è uno dei migliori centrali al mondo, se non il migliore (17 punti, 4 muri, 1 ace). #Incantevole

 

Dragan Travica – Georgi Bratoev. Sfida nella sfida tra alzatori. La funzione è semplice, la variabile non c’è: trovare soluzioni per smarcare gli attaccanti dal muro avversario. Georgi si affida senza molta fantasia a Sokolov vita, natural, durante, con sprazzi di primi tempi dei centrali e di Skrimov. Il Drago ascolta la temperatura del bicipite e offre palloni a chi è più caldo. La serata bulgara è decisamente meno brillante di quella italiana: troppa prevedibilità, qualche imprecisione, alcuni errori grossolani. Travica vince il duello a cavallo della rete anche quando, nel 3° set, deve correre a destra e a manca per recuperare palloni da distribuire. #LaFunzione

 

Cristian Savani. Per l’ace in un momento importante del 1° set (che, comunque, non riscatta i tanti, troppi, errori in battuta), per le mani a muro che respingono Sokolov, per sussurri di difese generose mischiati con le grida della fame di punti lanciate in attacco e nelle ripetute fasi di rimonta, noi diciamo che #IlCieloSuMarDelPlata sembra muoversi al fianco del capitano e ha il sorriso della firma dell’ultimo punto del match.

 

BULGARIA – ITALIA 1-3

 

BULGARIA: Bratoev G. (3), Gotsev (7), Milushev, Skrimov (11), Dimitrov, Yosifov (8), Salparov (L), Aleksiev (6), Sokolov (27). Non entrati: Samunev, Bratoev V., Penchev. All.: Camillo Placì.

ITALIA: Beretta (7), Parodi (8), Zaytsev (19), Lanza, Savani (12), Travica (2), Piano, Birarelli (17), Giovi (L). Non entrati: Vettori, Falaschi, Rossini. All.: Mauro Berruto.

PARZIALI: 18-25 (23′); 25-18 (23′); 22-25 (29′); 24-26 (29′); tot.: 1h44′.

ARBITRI: Espicalsky (Brasile) e Cespedes (Rep.Dominicana)

NOTE: spettatori: 1800. Bulgaria: ace 6; muri 13. Italia: ace 2; muri 11.

RUSSIA-CANADA. Per un’ora e mezza sono stati frenetici momenti di noia: lentezza e imprecisioni durante gli scambi prolungati hanno stancamente fatto pensare a un risultato scontato. Del resto la Russia sembrava, per i primi tre set, non propriamente indimenticabile (tanti errori nella fase di costruzione del gioco), ma perfettamente in grado di dare la zampata finale su un Canada volenteroso, ma spesso troppo prolisso nel portarsi in vantaggio (e nel rimanerci). La Russia ha spaventato nel 1° set con la coppia olimpica Apalikov-Muserskiy e con Pavlov sempre caldissimo. Già dal 2°, però, ha trascinato il punteggio su un sostanziale equilibrio fino al 20° punto, per poi dare l’accelerata finale. Ha provato questa tattica anche nel 3° e nel 4° set, ma le è andata male: dal 20-20 il Canada ha trovato nuove energie e qualche errore della corazzata di Voronkov. Con quel pungiglione intriso di veleni ha affondato i colpi che hanno portato al tie-break. Dove la noia si è soffocata per assistere alla beffa messa in scena dal Canada: in svantaggio 7-2 ha trovato un ottimo pretesto per soffocare la rabbia che grida e ritrovare il pari 7-7. Arrivata al 10-9, la testa della Russia ha iniziato a ronzare come un amplificatore in paranoia: non è stata più capace di fare un punto (tranne il match point annullato dal solito Pavlov). Il Canada, invece, ha sorvegliato bene il suo spazio aereo alzando due muri decisivi: quello di Simac su Zhilin per il 10-14 e quello di Howatson che ha concluso il match.

Il Canada si fa un bel regalo per festeggiare l’esordio nelle Final Six di World League, mentre per la Russia la beffa brucia, ma passerà presto perché ha comunque la certezza di qualificarsi per le semifinali.

 

Le “paropagelle”

Muserskiy. Braccio-estensioni conducono magneticamente azioni, braccio-estensioni riattivano le russe aggressive propulsioni, braccio-estensioni contagiano con libera potenza di bicipite, braccio-estensioni si nutrono di primi tempi e muri come se fosse l’ultimo giorno per giocare a pallavolo. 19 punti, 4 muri, ha un’anima da opposto sotto la veste del centrale. #Braccioestensioni

 

RUSSIA – CANADA 2-3

RUSSIA: Makarov, Apalikov (11), Grankin, Sivozhelez (17), Pavlov (17), Spiridonov (18), Ashchev, Muserskiy (19), Mikhaylov (1), Ermakov (L), Zhilin. Non entrati: Verbov. All.: Andrey Voronkov.

CANADA: Lewis (L), Howatson, Verhoeff (10), Duff (5), Soonias (8), Simac (5), Schneider (3), Schmitt (13), Winters (11), Virgrass (1), Perrin (20). Non entrati: Van Lankvelt. All.: Glenn Hoag.

PARZIALI: 25-20 (25′); 25-21 (27′); 23-25 (29′); 21-25 (27′); 11-15 (19′); tot.: 2h07′.

ARBITRI: Walter Vera (Peru) e Juraj Mokry (Slovenia).

NOTE: spettatori: . Russia: ace ; muri . Canada: ace ; muri .

Classifica Pool D

ITALIA 3

Bulgaria 3

Argentina 0

Classifica Pool E

Russia 3

Canada 2

Brasile 1

Foto Fivb

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