World League 2013 – Anche la seconda battaglia è vinta: l’Italvolley di Mauro Berruto si prende altri 3 punti contro l’Argentina (3-1), si prende il primo posto in classifica nella Pool D e si prende quelle semifinali a cui mancava dal 2004. Non c’è tempo per pensare alla statistica: da pensare c’è solo la sfida di stasera alle 21.30 (ora italiana) contro la Russia per conquistare altro terreno verso la fortezza della Finale.
Quindi… Up patriots to arms, ché le prime due battaglie sono vinte, ma da vincere c’è la guerra.
La fantasia di un’Italvolley vincente quando conta, che è giunta a noi, non viene dalle stelle, ma da un gruppo unito e affiatato, che in campo sa soffrire e sa rimanere concentrata sull’obiettivo quando serve, quanto serve. Alla riscossa; Azzurri, che il fiume di risultati è in piena e potete non solo stare a galla, ma cavalcare l’onda.
L’Argentina è stata fedele alle aspettative: imprevedibile e veloce a cambiare volto. De Cecco e Romanutti sono stati sostituiti subito da Uriarte e Castellani e la squadra di Weber è stata a tratti sovrastata (come in avvio del match o nelle prime fasi del 3° set), a tratti determinata (come nel capovolgimento di fronte nel finale del 2°). Ha provato a fare le barricate in piazza contro Zaytsev e Savani, ma non ha potuto fare nulla contro un Birarelli in versione cecchino da i 9 metri e contro una prestazione che non è un falso mito di crescita del gruppo: è la realtà.
L’impero della battuta è arrivato fino in Argentina: in uno dei fondamentali più rappresentativi dell’Italia si è fatta rivedere una doppia cifra nel tabellino degli ace: 10, tutti in momenti cruciali. In versione cecchini si sono presentati Birarelli e Piano (3 ace a testa).
L’insidia maggiore era rappresentata dal rimanere in partita con la testa: se nel 1° set l’Italia ha costruito un ottimo margine da tenere in tasca all’occorrenza (8-3) amministrandolo con intelligenza, nel finale di 2° set sono finiti negli occhi degli Azzurri fumi e raggi laser: in vantaggio 22-20 hanno finito per perdere 23-25. Il 3° set non si era messo molto bene, con la doppia murata su Savani, ma da quel momento l’Italia si è risollevata ed è arrivata dritta alla vittoria. Passando indenne attraverso le battute velenosissime di Quiroga, i primi tempi di Solé e le parallele di Pereyra.
E’ stata fondamentale la discesa in campo di Rossini al posto di un Giovi in difficoltà in ricezione, mentre nel 4° set Berruto ha fatto riposare i generali per mandare in campo i soldati semplici Piano, Vettori, Lanza e Falaschi.
Adesso, dunque, engagez-vuos: c’è da dare una rinnovata al palmarès di questa Nazionale.
Le “paropagelle”
Ivan Zaytsev. Saltando alto, più in alto del muro, schiacciando una, dieci volte, 15 (più 1 ace), è riuscito a essere ancora il migliore: con una fame vorace di punti ha fatto molto male in attacco, sfondando il muro come fosse burro, e in battuta ha messo più pressione di quanto l’unico ace non faccia pensare. In ricezione il suo palleggio è stato messo a dura prova da Quiroga, ma lo Zar stasera aveva troppa energia cinetica da sfogare per farsi frenare da qualcosa. #AncoraIlMigliore
Emanuele Birarelli. E’ stato la nuova ossessione della difesa argentina in battuta: perfido nel mirare senza pietà il punto debole della squadra. Il suo servizio è stato un sorriso anestetico nei momenti di difficoltà, i suoi primi tempi hanno acceso la fiamma azzurra. Le facce da dimenticare sono state quelle di chi se lo è ritrovato di fronte. Quando il futuro anteriore trasmetteva prospettive allarmanti di risultato lui ha risolto con punti pesanti, con maturità e freddezza. #NuovaOssessione
Dragan Travica. Se fosse facile fare così, giocare sempre esprimendo la sua personalità, farebbe freddo in un attimo – agli altri si congelerebbe il sangue. A volte è sembrato complicarsi la vita con giocate innaturali che non gli appartengono: sulla sua distribuzione e sulla qualità dei palloni alzati è transitata qualche ombra: questione di un attimo che è passato in fretta non appena ha ritrovato il suo modo di giocare. E’ detonato anche un ace (mancava da un po’). #NuvoleRapide
Cristian Savani. E’ stato l’ondata perfetta per infrangersi contro la difesa argentina: un diluvio di punti, un uragano con ace fondamentali per il morale e per il punteggio. Samurai senza pace, con vivissimo spirito guerriero da scaricare a terra. Ha travolto tutto senza tanti perché con 12 bei punti, 2 ace e 1 muro. Ha lasciato la difesa come un relitto. #Diluvio
Matteo Piano. Non c’è pazienza per il rampollo dell’Italvolley che morde il freno. Quaggiù se credi in lui qualcosa atterrerà: infatti si è connesso all’assenza di gravità del pallone e ha fatto volare ace e punteggio nel 4° set. #IlMioDj
Salvatore Rossini. Entra all’inizio del 3° set quando le cose minacciavano di mettersi molto male e Giovi faceva fatica in ricezione. Entra, guarda nel vuoto della difesa, cerca tra i primi tempi di Solé e gli attacchi di Quiroga e Pereyra quanto coraggio ci vuole per buttarsi senza riserve su ogni pallone, facendo dei recuperi incredibili. #SaltoNelVuoto, ma per Berruto Totò è una certezza.
Ivan Castellani. Ha pochi anni (è del 1991) e già visto tutto per il peso del nome che porta. Entrato praticamente subito al posto di Romanutti, spesso la sua unica ambizione è sembrata non sbagliare: in alcune fasi di gioco non è sistematicamente riuscito a centrare il campo. #Ambizione
Quiroga-Pereyra. Hanno scatenato un senso di vaga impotenza con le loro battute insidiose e, soprattutto, con gli attacchi da posto 4 su cui è stato impostato gran parte del gioco. PresoBlu
ITALIA – ARGENTINA 3-1
ITALIA: Beretta (6), Parodi (8), Vettori (1), Zaytsev (16), Lanza (5), Savani (12), Travica (4), Piano (5), Birarelli (8), Giovi (L), Falaschi, Rossini. All.: Mauro Berruto.
ARGENTINA: Castellani (13), Uriarte (2), Poglajen (1), Quiroga (13), Bruno (1), Solé (12), Pereyra (6), Crer (7), De Cecco (3), Gonzalez (L), Romanutti (1). Non entrati: Ramos. All.: Javier Weber.
PARZIALI: 25-20 (23′); 23-25 (26′); 25-17 (24′); 25-22 (24′); tot.: 1h37′.
ARBITRI: Mokry (Slovenia) e Vera (Perù).
NOTE: spettatori: 5300. Italia: ace 10; muri 8; err. 33. Argentina: ace 4; muri 8; err. 28.
CANADA-BRASILE. Il Brasile lo puoi salutare sotto un transito satellitare perché rimane una squadra di un altro pianeta: il pianeta delle vittorie. Si qualifica per la quattordicesima volta negli ultimi quindici anni alle semifinali: anche se non ha giocato una partita indimenticabile, anche se il Canada di oggi non è quello che ha tirato lo scherzetto alla Russia ieri, anche senza Vissotto in campo (fuori per un infortunio rimediato nella partita contro la Russia). Si qualifica come prima della Pool E, la Russia conquista un posto al sole, il Canada fa le valigie per tornare a casa, ma senza rimpianti.
Un po’ di rammarico, a dirla tutta, stasera potrebbe averlo per come si è concluso il 2° set: ha annullato tre set point, ne ha conquistati due e alla fine ha ceduto. All’inizio della partita il Canada ha provato a ripetere il risultato di ieri e fino all’11-9 ha gestito il Brasile con il braccio caldo di Soonias. Poi si è spenta la fiamma e ogni forma di reazione è stata intercettata e annientata dal Brasile, che ha bevuto d’un sol sorso l’ultima parte di set.
Il 2° set sembrava a senso unico, poi improvvisamente il Canada ha riagguantato il pareggio 18-18 e ha sondato le possibilità di riportarsi in parità e riaprire la partita. Le possibilità c’erano, le occasioni sono state tutte sprecate.
A quel punto, sotto 2-0, tutti i punti di Schmitt e Perrin (10 punti a testa) non sono bastati a schermare il campo del Canada dai radar di Wallace (18 punti, il migliore) e Lucarelli (14 punti): il 3° set è stato controllato senza problemi dai ragazzi di Bernardinho.
CANADA – BRASILE 0-3
CANADA: Lewis (L), Howatson (2), Verhoeff (1), Duff (1), Soonias (7), Simac (6), Schmitt (10), Winters (12), Perrin (10). Non entrati: Mainville, Van Lankvelt, Vigrass. All.: Glenn Hoag.
BRASILE: Bruno, Eder (3), Wallace (18), William, Lucarelli (14), Felipe, Lucas (10), Dante (8), Mario (L). Non entrati: Santos, Mauricio. All.: Bernardinho.
PARZIALI: 18-25 (26′); 28-30 (40′); 20-25 (27′); tot.: 1h33′.
ARBITRI: Shaaban (Egitto) e Loderus (Olanda).
NOTE: spettatori: 3150. Canada: ace 2; muri 5, err. 17. Brasile: ace 1; muri 7, err. 27.
Classifica Pool D
ITALIA 6
Bulgaria 3
Argentina 0
Classifica Pool E
Brasile 4
Russia 2
Canada 2