World League 2013 – Mauro Berruto porta in Italia un’altra medaglia che conta: con la vittoria al tie-break sulla Bulgaria (21-25; 25-21; 25-20; 21-25) gli Azzurri conquistano il bronzo nella World League 2013.
9, gli anni passati dall’ultimo podio in World League. 5, i set necessari a costruire la vittoria. 14, i minuti di durata del tie-break dominato dagli Azzurri. 29, i punti del protagonista di oggi – e certamente di un domani sempre più vicino: Luca Vettori.
Alla fine questa finale ha indossato il vestito azzurro dell’Italvolley e, come cantavano i Depeche Mode quando Vettori ancora non era nato…
Put it on
And don’t say a word
Put it on
The one that I prefer
Put it on
And stand before my eyes
Il Blue Dress “ad honorem” va a Berruto, che proprio per l’ultima partita sonda il polso dei suoi giocatori e decide che era tempo di cambiare: nel ruolo di opposto puro ha fatto il suo esordio da titolare sul palcoscenico più importante, quello di una finale internazionale, l’attore mancato Luca Vettori, con Zaytsev tornato in banda insieme a Parodi e con Rossini in campo fin dall’inizio.
Anche Camillo Placì rimescola le carte ed estrae dal mazzo il fratello Bratoev schiacciatore (Valentin) al posto di Skrimov.
L’Italvolley ha messo nel mirino la vittoria come fosse una preda: non c’era bisogno di dichiarare che c’era fame di medaglia… it’s understood. Stasera sì, si è visto il cuore della squadra di Berruto, ma anche i muscoli erano tirati a lucido: gli unici due momenti di narcolessia sono stati nel finale del 1° set e dopo il 2° time out tecnico del 4°, quando hanno concesso alla Bulgaria di crescere fino a conquistare il set.
Nel tie-break si è vista la migliore Italia: dritta, senza indugi, alla meta. Con una formazione che potrebbe essere quella del futuro, quando capitan Savani cederà lo scettro al suo successore.
Le “paropagelle”
Ivan Zaytsev. Lascia i panni dell’opposto e torna a vestire quelli dello schiacciatore, ma non è una sorpresa vederlo attaccare con la consueta fame, rinvigorito anche dal duello faccia a faccia con Sokolov. – spesso risolto a suo favore. Nel 4°set cattura il sogno di chiudere il match, annullando due set point. Nella reazione calorosa e colorita del punto del pareggio 15-15 sta la fotografia di questa squadra. #NewLife
Emanuele Birarelli. Vola alto il Bira, che stasera mette in bacheca anche il premio come secondo migliore centrale. Inizia prendendosi due schiaffi a muro da Gotsev, poi inizia a macinare ace (2 con una battuta sempre), restituisce gli schiaffi a muro stoppando Sokolov e nel tie-break guida con sicurezza la squadra da capitano. #NeverLetMeDownAgain
Dragan Travica. Agli alti e bassi vissuti nelle ultime partite risponde nell’unico modo che sa: con i fatti. Nel 2° set reagisce al cartellino giallo facendo un muro su Sokov che Tsetso è ancora lì ad asciugarsi il sangue. Rincorre l’ace per tutta la partita e, come succede ai campioni, lo fa quando più serve: per andare al match ball #StrangeLove
Luca Vettori. Un po’ messia, un po’ salvatore della patria, un po’ Arcangelo giustiziatore. Esclusi i momenti in cui tradisce l’età e l’inesperienza ai palcoscenici internazionali, gioca con la consueta freddezza – anche quando gli arrivano palloni sporchi e difficili da giocare. Cresce all’interno del match e nel tie-break gioca come se fosse in Nazionale da decine di generazioni. 29 punti per un ragazzo che ha fatto una stagione partendo dalla panchina sono tantissimi. #Angel
Simone Parodi. Uomo solo contro tutti: partita di grande sostanza in tutti i fondamentali (con una battuta a regime ridotto, ma anche lui piazza l’ace quando serve per riavvicinare lo scafo azzurro a quello americano). Sfrutta tutta la tecnica che il suo talento gli ha dato in attacco, in difesa fa buona guardia alla seconda linea. Con Zaytsev si carica la squadra sulle spalle nel momento in cui Vettori cercava di entrare nel ritmo. #(not)Alone
ITALIA – BULGARIA
ITALIA: Beretta (3), Parodi (13), Vettori (29), Zaytsev (16), Travica (4), Piano, Birarelli (15), Rossini (L). Non entrati: Lanza, Savani, Falaschi, Rossini. All.: Mauro Berruto.
BULGARIA: Bratoev G. (2), Gotsev (10), Milushev (10), Skrimov (1), V.Bratoev (7), Yosifov (10), Salparov (L), Aleksiev (20), Penchev, Sokolov (14). Non entrati: Samunev, Dimitrov. All.: Camillo Placì.
PARZIALI: 21-25 (25′); 25-21 (25′); 25-20 (25′), 21-25 (27′); 15-7 (14′); tot.: 1h56′.
ARBITRI: Espicalsky (Brasile) e Cholakian (Argentina)
NOTE: spettatori: 2800. Italia: ace 8; muri 9; err. 27. Bulgaria: ace 1; muri 17; err. 24.
RUSSIA-BRASILE. E anche la finale per l’oro ha lo stesso epilogo di Londra: la Russia conquista ancora il gradino più alto del podio battendo il Brasile, ma è una medaglia molto meno epica rispetto a quella di un anno fa.
1° set spettacolare, le due squadre hanno dimostrato di essere le migliori al mondo in questo momento. Difese acrobatiche, grandi murate, scambi infiniti: dopo l’inizio sprint del Brasile la Russia è cresciuta (7-7) ed entrambe hanno picchiato forte per tutto il set. Nel finale il Brasile annulla due set point, ma la Russia vestita per la festa è troppo concreta per farsi sorprendere e passa in vantaggio.
Il match finisce praticamente lì: il 2° e il 3° set non hanno mai avuto storia.
Lucarelli ha illuminato come l’alba di un nuovo campione (ancora ingenuo in certi frangenti), ma Pavlov è stato l’eroe di oggi. 22 punti in una serata in cui nessuno del Brasile è arrivato in doppia cifra.
RUSSIA-BRASILE 3-0
RUSSIA: Apalikov (5), Grankin (1), Sivozhelez (14), Pavlov (22), Spiridonov (5), Muserskiy (11), Mikhaylov (), Ermakov (L), Zhilin. Non entrati: Makarov, Ashchev. All.: Andrey Voronkov.
BRASILE: Bruno (1), Santos (4), Wallace (6), Vissotto (6), William, Lucarelli (8), Lucas (2), Dante (5), Mario (L), Mauricio (). Non entrati: Eder, Felipe. All.: Bernardinho.
PARZIALI: 25-23 (30′); 25-19 (25′); 25-19 (20′); tot.: 1h24′.
ARBITRI: Cespedes (Rep.Dominicana) e Mokry (Slovenia)
NOTE: spettatori: . Russia: ace 5; muri 7; err. 17. Brasile: ace 2; muri 2; err. 26.