Europei Volley Maschili 2013 – Un diario di immagini. Che spesso (sempre) parlano. E una didascalia di pensieri. Che spesso (sempre) fotografano. Buona visione/lettura.
Saranno presentate un po’ alla volta, così, come viene. Da Valentina Doati che con l’aiuto dell’inseparabile Elena Zanutto sta cercando di raccontare l’Europeo. Che non è solo volley puro, quello delle schiacciate e delle partite. E’ tutta una questione di humus da catturare, di odori, di momenti. Che dire? Schiacciamisto5 c’è.
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Da Copenhagen a Odense: 144 chilometri in treno, tra infinte campagne danesi. Facciamo le italiane medie? Allora vi diciamo che i treni sono sempre in orario e sono così puliti che ci si può mangiare per terra. Il nostro viaggio inizia a tappe, ogni stazione è un avvicinamento alla meta. Proprio come l’avventura che gli Azzurri si preparano a vivere. |
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Il viaggio è parte dell’esperienza stessa. Certo, un po’ di movimento serve a rendere interessante il viaggio: guardando fuori dal finestrino per un’ora e mezza ti prende quel senso di noia dato da una distesa più piatta della Pianura Padana. I colori, però, sono meravigliosi e quelle nuvole servono a dare bagliori di luce. |
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La Danimarca è composta da 406 isole. Per passare dall’isola di Zealand (Copenhagen) a quella di Funen (quella di Odense) si cammina sulle acque: niente di divino, ma certamente attraversare il ponte che collega le due isole è affascinante. Qui, di ponti, ne sanno un sacco: con un ponte, infatti, la Danimarca è collegata direttamente a Malmo, in Svezia. |
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Ed ecco il palazzo che ospita la Pool A: l’Arena Fyn. Nuovo, costruito nel 2007. Moderno, anzi il più moderno della Danimarca. Spazioso, contiene fino a 5 mila posti. La maggior parte di cui vuoti: la Nazionale di casa non riesce a smuovere le folle, ma il tifo sfegatato (soprattutto dei danesi e dei bielorussi) riesce a coprire i buchi in tribuna. |
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Sarà perché giocano in casa, sarà perché la Danimarca non è propriamente il paese della pallavolo, ma i tifosi locali sono: i più simpatici, i più “casinisti”, i più colorati. Trasformano il palazzo in uno stadio (per i decibel) ed esultano a ogni punto come se fosse l’ultimo della finale. |
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