Europei Volley – Qualche giorno dopo…..istantanee dall’EuroVolley

Europei Volley Maschili 2013 – Il Parken Stadium è tornato a essere il tempo danese del calcio: ci hanno messo poche ore a trasformarlo in un palazzo per il volley e pochissime per cambiare nuovamente il suo aspetto. Un Dr. Jeckyll e Mr. Hyde dello sport, suggestivo ed emozionante… diciamo pure da brivido, e non ci riferiamo solo ai sentimenti, ma anche alla pelle d’oca per la temperatura decisamente rigidina. Una festa per il volley, comunque, di quelle che fanno innamorare i tifosi di questo sport – e ce ne fossero di più!

Per metà campo da gioco, per l’altra metà “Fan Zone”, al Parken per due giorni si è parlata soltanto la lingua della pallavolo. E tutti potevano prendere in mano un pallone e mettere alla prova le proprie abilità, giocare con gli amici nei mini-campi da gioco oppure acquistare materiale tecnico in vendita negli stand. Questo varco è stato lo “stargate” tra il mondo degli umani e quello delle super stelle che si sono palesate sul flex nelle Final 4.
Prova anche tu l’ebbrezza della “sparapalloni”! Nella Fan Zone ci si poteva mettere davanti all’incubo di tutti quelli cresciuti a merenda e “Mila e Shiro”: la macchina che ti scaraventa addosso pallonate a velocità variabile. L’obiettivo era centrare il bersaglio (il cesto dei palloni): al meglio dei 5 tentativi, ovviamente, in perfetto stile pallavolistico. Per dovere di cronaca diciamo che non abbiamo visto vincere nessuno, nonostante ne abbiamo visti tentare molti. Fare il pallavolista è meno facile di quanto non sembri…
Non è proprio come vincere l’oro, però il 3° posto conquistato a Copenhagen dalla Serbia merita di essere festeggiato. Perché è la terza medaglia in quattro partecipazioni: la prima apparizione della Nazionale serba è del 2007 e da allora ha conquistato due bronzi (2007 e 2013) e l’oro del 2011. Perché a Vienna c’era in campo un certo Miljkovic, mentre questa Nazionale è giovane e rinnovata: nel sestetto base i più “anziani” sono Nikola Kovacevic (30 anni) e Milos Nikic (27 anni). Tanti si aggirano intorno agli anni Novanta. Uno di questi è Aleks Atanasijevic, classe 1991, un vero fenomeno: con 123 punti (17,5 punti a partita di media) è stato eletto Best Scorer. Contro la Bulgaria ha firmato l’ultimo punto di tutti i set. Tanto per dire. Giovane e carino, è anche una social-star: su Twitter ha lasciato cuori affranti e inconsolabili a Belchatow dopo la cessione a Perugia (uno degli acquisti migliori del nostro Campionato), mentre la sua relazione con la pop star Sara Jovanovic (che proprio bruttina non è) fa impallidire le starlette nostrane. Lei gli ha fatto una sorpresa quando lui è tornato: se stessa, recapitata all’aeroporto. Come si fa a non tifare per loro? Noi, intanto, tifiamo per lui e per la sua simpatia (anticipata da questo video).
Un altro giovane rampante è Nikola Jovovic e un po’ di parte lo siamo: simpatico, carino, spiritoso, di talento. Da affinare, ma intanto ha fatto una bella esperienza da titolare all’Europeo e in Germania gioca nel VfB Friedrichshafen insieme a Valentin Bratoev, Gotsev, Yosifov. Anche lui si è portato a casa, oltre alla medaglia, il premio Fair Play, una campagna avviata a fine giugno dalla CEV per premiare i giocatori che incarnano i valori della pallavolo di sportività e rispetto. Gli concediamo la linguaccia della foto: una medaglia è sempre un’emozione grandissima.
Alla vigilia delle Final Four coach Berruto si augurava che al Parken ci fossero tanti connazionali a sostenere l’Italvolley. E così è stato. Qualche italiano, come il crestato emulo dello Zar, si è trasferito in Danimarca per trovare la propria strada. Cervelli in fuga, riuniti dalla passione per la pallavolo e dal nostro tricolore.
Una Nazionale contro luce, contro il pronostico, contro la cattiva sorte, contro le critiche. Circondata dall’affetto delle persone, pronte a tutto per veder passare da vicino ragazzi che sono già idoli. Come una volta, come ai tempi d’oro. Questo argento è solo l’inizio della festa: il bello deve ancora venire.
Alfredo Martini (uomo d’altri tempi, d’altro sport, d’altro ciclismo) diceva che «Per vincere bisogna rischiare di perdere». L’Italvolley di Berruto ci ha provato, contro la Russia: si poteva giocare meglio? Forse, ma dato che la partita perfetta non esiste gli Azzurri hanno messo in campo il massimo. Ancora non è bastato contro la Russia, ma la Danimarca doveva essere un punto di partenza e non di arrivo. Il viaggio destinazione Rio 2016 è appena iniziato e sono arrivate due medaglie. Come dicevano i Latini: «ad meliora». Sempre accompagnati dal totem Ennio, affidato alle mani del Drago sul podio.
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