Volley Maschile A1 – Paropagelle di Trento-Macerata 1-3: “Diamo i numeri”

Volley Maschile A1 – La Lube Banca Marche Macerata non inciampa nella tabella di marcia e prosegue snocciolando la tabellina del 3: tre punti per quattro vittorie fanno dodici punti, che si traducono nella solitudine dei numeri primi. Primi in classifica, s’intende. Doppiando gli avversari diretti della Diatec Trentino, che restano a 6 punti (ma con una gara in meno): al Pala Trento i paladini di casa strappano il primo set del campionato alla Lube (fino a quel momento con un percorso più netto di un campione di dressage), arrivano vicinissimi a portarsi in vantaggio 2-1 e infine cedono di schianto nel 4° set (1-3). Foto www.lubevolley.it

PALLA SU PALLA – Nessuna novità nei sestetti: schierati gli stessi uomini che mercoledì hanno trionfato nelle rispettive gare di Champions League.
Dopo le prime battute (quelle sbagliate da Trento), la Lube inserisce una marcia letale, quella del servizio: non bastano i primi tempi di Birarelli e Solé, rispondono a tono Stankovic e 4 ace (16-25). La reazione della squadra di Serniotti arriva pronta come un piatto di pasta al dente: morde a muro (4), rimane indigesta in attacco, mentre quello di Macerata scuoce (25-21). Le somme si tirano alla fine del 3°set: tra un Kovar in forma azzurra e un Sokolov gran chef di bocconcini in diagonale il parziale arriva sul 23-22 con un nervosismo che lievita fino all’espulsione di Giuliani. Kovar annulla un set point (24-24) e conquista quello decisivo, finalizzato da un errore di Sokolov in diagonale (26-28). La partita finisce qui: Trento non riesce più a costruire il gioco, la Lube costringe a prendere il pallottoliere per contare i muri che fa (4 consecutivi sul 3-9).

LE LUCI DI MACERATA – Ha cambiato pelle come un serpente: rispetto al precedente confronto in Supercoppa quella di Giuliani è una squadra completamente diversa. È una squadra. Ha ritrovato una battuta killer, ha trovato un equilibrio anche senza Parodi. Per evitare che il muro di stasera rimanesse una staccionata (rispetto a quello di cui è capace) nel 4° set ne hanno fatti a ripetizione. Non ha lasciato che un eccessivo tasso di nervosismo nel finale del 3° set condizionasse le prestazioni, anzi: ha incanalato l’energia in forza cinetica scaricata in campo.

LE OMBRE DI TRENTO – Dopo aver avuto in mano il 3° set e averlo perso non si è più ritrovata. La ricezione ha tenuto solo a tratti, il muro non è riuscito a disinnescare Kurek e Kovar se non sporadicamente. Serniotti le ha provate un po’ tutte, cambiando prima la coppia di centrali (dentro Burgsthaler al posto di Solé, e sarà l’unico cambio azzeccato), poi palleggiatore, ma Sintini non ha raddrizzato quello che Suxho aveva stortato; infine cambiando opposto. Niente ha cambiato, invece, l’inerzia della partita. Sokolov riesce a provocare dipendenza in tutte le squadre in cui gioca: quando ha smesso di girare si è fermata tutta la macchina.

Le “paropagelle”. Con un vago retrogusto matematico, stasera diamo i numeri.
Jiri Kovar.
Sono le partite in cui si esalta: praticamente è come se ripartisse idealmente dal V-Day. Sono i punti che fa: 17. Sono come li fa: chirurgico, sminuzza palloni sporchi, entra come un bisturi dalla seconda linea, incide dai 9 metri l’epidermica ricezione. È la testa con cui li fa: con una determinazione che non gli vedevamo da un po’. Ha anche tempismo: davanti agli occhi di Berruto. #Massonico

Ivan Zaytsev. Riscrive la legge della relatività: le linee sono relative, quando si trovano traiettorie avveniristiche in battuta, in diagonale, in parallela (20 punti). È relativo anche il nervosismo, se nel set successivo (il 4°) si reagisce devastando la difesa altrui. #Einstein

Tsetso Sokolov. Il 1° set non lo gioca neanche al massimo (soprattutto in battuta) e lo finisce al 57% in attacco. Nel 2° e nel 3° è devastante, ma è lo specchio della sua battuta, fatta di luci e ombre: il suo errore in diagonale costa il 3° parziale e forse anche il match (vista la reazione della squadra). Se solo avesse più continuità sarebbe terrificante. #ForzaG

Donald Suxho. Non è proprio la serata in cui le dita fanno girare meglio il pallottoliere. Con – anche – qualche errore tecnico e non una fantasia registica visionaria. È poco ispirato proprio nella serata meno indicata: parte bene imbeccando i centrali, poi fa quel che può con una ricezione non proprio facile da gestire, infine si schianta contro il muro impenetrabile del 4° set marchigiano. #NumeriNegativi

 Gli altri risultati e la classifica aggiornata

DIATEC TRENTINO – CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA 1-3
PARZIALI:
16-25 (22’), 25-21 (27’), 26-28 (33’), 19-25 (24’); tot.: 1h46’.
DIATEC TRENTINO:
Sintini, Birarelli (5), Solé (5), Ferreira (14), Suxho (1), Thei (L), Lanza (11), Sokolov (15), Szabo (3), Colaci (L), Burgsthaler (3). Non entrati: De Paola, Fedrizzi. All.: Roberto Serniotti.
CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA: Henno (L), Paparoni, Zaytsev (20), Stankovic (11), Patriarca, Kovar (17), Kurek (17), Baranowicz (3), Podrascanin (7). Non entrati: Monopoli, Giombini. All.: Alberto Giuliani.
ARBITRI: RAPISARDA Daniele di Pagnacco (UD) e PUECHER Andrea di Rubano (PD).
NOTE:
spettatori 3431; incasso 37356. Diatec Trentino: bs 18; ace 6; muri 8; errori 5; ricezione 56% (perf. 25%); attacco 43%. Cucine Lube Banca Marche Macerata: bs 19; ace 6; muri 8; errori 9; ricezione 59% (perf. 34%); attacco 58%.

 

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