Dopo cinque partite di Top 16 la sensazione è chiara. Questa Olimpia può giocarsi un posto nei quarti di finale. La solidità casalinga è il primo punto a favore, imprescindibile se si vuole competere per entrare nelle quattro. E il Forum sta diventando un fortino anche in Europa, dopo che lo è già in Italia. Anche ieri contro il Fenerbahce c’erano 10.290 spettatori, numeri finalmente da big del vecchio continente, numeri che stanno diventando una costante quando ad Assago c’è sapore di grande sfida. Il pubblico risponde, si fa sentire e questa, credete, è una grande notizia e una base valida su cui appoggiarsi.
E poi c’è la squadra che finalmente oltre che lunga e attrezzata ha una sua identità. Offensiva, con tante soluzioni al proprio arco (cinque uomini in doppia cifra e un protagonista inatteso…). E difensiva. Vero, 85 punti concessi in casa sono tanti, ma quando è stato il momento di “stringere” dietro Banchi ha ricevuto risposte importanti dai suoi stopper più arcigni. A partire da David Moss, a segno con un solo canestro contro i turchi, ma grande faticatore quando è stato il momento di non farne segnare. Partiamo proprio da lui nell’analisi della gara contro la squadra di Obradovic, vinta 90-85.
Il “furto” di Istanbul è dimenticato. Potrebbe pesare nella classifica finale, ma la squadra ha reagito bene, ha dato una risposta… “di squadra”, solida, convincente, reagendo anche alla partenza tutta in salita e ai problemi di falli immediati che hanno colpito Melli (spesso decisivo in questa Eurolega) e CJ Wallace, l’elemento con maggiore esperienza a livello continentale. Banchi ha potuto pescare dalla sua (infinita) panchina (undici uomini in campo sui dodici disponibili) senza mai accusare cali di intensità. Kangur ha ripagato la fiducia con 12 punti e un percorso netto dalla linea dei 6 e 75. Sua la tripla al 39’ che ha spento definitivamente la resistenza dei turchi. Piedi a terra l’estone si è rivelato infallibile in una serata in cui Langford è andato a sprazzi.
Come è andato a sprazzi Alessandro Gentile. Ma la fiammata a cavallo dell’intervallo lungo ha fatto malissimo al Fenerbahce. La sua tripla a una mano, buttandosi a destra sulla sirena ci dice di cosa può essere capace il capitano biancorosso. La sua sgasata ha portato l’EA7 fino al massimo vantaggio di 16 lunghezze a inizio terzo periodo. Poi l’attacco è andato in tilt e l’ingresso in campo di sua maestà Bojan Bogdanovic, anche lui penalizzato dai falli, ha riportato sotto il Fenerbahce fino al meno 2 e con un’inerzia spaventosa a proprio favore.
Ed è qui che torna in auge quello che per noi è il vero match-winner, il giocatore che forse meno ti aspetti, letteralmente trasformato dopo l’arrivo di Hackett. Tripla, penetrazione, tripla, tutto firmato Curtis Jerrels che dopo aver tenuto in piedi l’EA7 nel momento peggiore, la prende per mano verso la vittoria. Tutto suo il break di 8-0 che verrà ricucito solo in parte da un indomito Fenerbahce che si affida a Bogdanovic ma soprattutto ad uno splendido Kleiza da 26 punti. Un autentico guerriero. Il Fene torna anche a meno 3, ma un lampo di Langford e la quarta triplissima di Kangur chiudono i conti facendo esultare per la terza volta i 10mila di Assago. Che alla prossima contro Malaga, dopo la trasferta di San Valentino a Barcellona, non potranno essere più di 6.500, ovvero la capienza massima del Paladesio che ospiterà l’ultima di andata.
La Classifica e i prossimi impegni