#A1Mvolley – Volevo cantare a Sanremo: le “paropagelle” di Piacenza-Latina (3-0)

In onda dal PalaBanca di Piacenza abbiamo assistito alla settima giornata del Festival del Volley. Ha condotto Luca Monti con la sua orchestra, che ha messo in scena una nona (vittoria) che ha fatto tremare di entusiasmo le tribune di casa: nove vittorie consecutive per la Copra Elior Piacenza in campionato, PalaBanca inespugnato. E domani la capolista Macerata è costretta a vincere contro Modena se vuole mantenere il comando (mercoledì Piacenza gioca contro Ravenna e il pronostico sulla carta è tutto a suo favore). L’Andreoli Latina, invece, stecca proprio sul più bello, quando, nel 3° set, aveva la possibilità di allungare la gara. Il potenziale per raccogliere di più e muovere la classifica ci sarebbe; i miglioramenti ci sono, ma manca ancora quella sicurezza che hanno i ‘big’. E forse oggi Latina si sentiva troppo i panni della vittima sacrificale addosso per tentare davvero di fare il Tom Cruise di Mission Impossible.
PALLA SU PALLA – Come preannunciato, Monti cambia qualche orchestrale: Kaliberda al posto di Papi in partenza, per poi, nel 3° set, dare ampio spazio alla panchina (con Le Roux, Papi, Smerilli). Simoni affida i fiati a Noda Blanco e Fragkos e conferma gli ottoni Gitto-Verhees.
La gara inizia spalla contro spalla fino al primo allungo di Piacenza (10-7) firmato da Kaliberda. Latina non vuole regalare nulla e si riporta sotto, il regalo lo fa Zlatanov al pubblico con il punto numero 9000 (14-12). Latina finisce nella buca dell’orchestra dei battitori di casa (Simon e Fei) e non riesce più a ritrovare la linea melodica (25-22). La formazione di Simoni rientra in scena con gli strumenti luccicanti e un bel caratterino (2-4). Subisce gli assoli in battuta di De Cecco (12-7 con un parziale di 4-0); Piacenza è aiutata dal nastro in battuta, dai muri di Fei e da qualche passaggio a vuoto degli sfidanti a rete (15-8). Un altro acuto dai 9 metri da 4-0 (stavolta di Kaliberda) ammazza il set: i punti diventano +8 (20-12). La battuta di De Cecco è millimetrica, ci vuole il video check per vederla in campo e con questo ace si chiude il set (25-15).
Monti cambia formazione, Latina sale di un’ottava (0-4), Piacenza esce dal pentagramma e gli ospiti incrementano il vantaggio (3-8). Si incaricano della rincorsa Kaliberda in attacco e Simon in battuta (14-15) ed è il muro a due di Fei e Le Roux a segnare sul tabellone il pareggio (17-17). L’Andreoli mette subito altre due note di vantaggio, ma nel finale Kaliberda riapre lo spartito al punto giusto (23-23) e Le Roux non prende ulteriori pause per chiudere la partita (26-24).
Le “paropagelle” (tema: Sanremo)
Robertlandy Simon. Tutti pazzi per il gigante dalle mille barbe: secondo migliore attaccante di Piacenza (11 punti, 70% in primo tempo), ha un’estensione vocale che fa paura per la velocità di esecuzione. Attacca nei tre metri lasciando sempre a bocca aperta. Una volta prova a chiudere anche dentro al metro da rete, ma lo abbiamo visto fare uno dei rari errori di stasera. D’oro non ha solo le mani, a giudicare dal recupero di piede che gli vale un applauso a scena aperta. Simon è spettacolo, è divertimento, è eccesso. I suoi testi, però, sono sempre pieni di sostanza: 2 muri e 2 ace completano il repertorio. #PremioDellaCritica
Hristo Zlatanov. Lo stanno aspettando in pizzeria dopo che tutto il palas ha intonato “portaci a mangiare”: il 14-12 del 1° set non è stato un punto qualsiasi. E’ stata la nota che ha incoronato una carriera, l’acuto che lo fa entrare nella storia della pallavolo, che lo rende un dio in Emilia e un idolo delle folle. 9000 punti. C’è qualcosa da aggiungere? Sì, aggiungiamo che anche stasera il clarinetto ha fatto filù filù filà (come quello di Renzo Arbore, premiato sul palco dell’Ariston). #PremioAllaCarriera
Denis Kaliberda. Anna Oxa ci ha vinto un Festival (1999), Kaliberda dà una spazzolata all’Andreoli: 14 punti (62%), nei primi due set le strofe sono importanti, ma è nel 3° che diventano determinanti i suoi assoli. Protagonista della remontada di Piacenza, protagonista del 23 pari con due punti consecutivi. #SenzaPietà
Sasa Starovic. Da quando è arrivato lui è cambiato tutto, ma non ancora abbastanza per raccogliere punti importanti in classifica. Dimostra di avere un timbro vocale da talento, di palloni ne mette giù tanti (14, 48%), in battuta è capace di far schizzare la ricezione sul sapone (2 ace). Ma tutto questo ancora non basta. E’ comunque un’ottima base su cui costruire. #LaSolitudine
Andreas Fragkos. Se giocasse sempre come ha fatto in avvio di 3° set sarebbe un protagonista sicuro del campionato: sfonda il muro, ci gioca, beffa le mani a rete, è veloce. I suoi 12 punti servono a Latina, ma servirebbe anche qualche zampata in più. Di strada da fare ce n’è, ma il percorso è ben avviato. #Pedala
Sergio Noda Blanco. L’ispirazione maggiore la trova in battuta: 2 ace, che sono sempre utili. Peccato che poi in attacco sia evanescente (37%) e in ricezione soffre in una serata difficile per tutta la squadra. Che aveva bisogno (anche) dei suoi punti. Lo aspettiamo in Challenge Cup, dove non può avere indecisioni. #VivereAdesso

COPRA ELIOR PIACENZA – ANDREOLI LATINA 3-0PARZIALI: 25-22 (23′); 25-15 (22′); 26-24 (29′); tot.: 1h14′.
COPRA ELIOR PIACENZA: Marra (L), Le Roux (5), Papi, Fei (8), Smerilli (L); Kaliberda (14), Simon (11), Zlatanov (10), Husaj, Tencati, Vettori (8), De Cecco ()3. Non entrati: Partenio. All.: Luca Monti.
ANDREOLI LATINA: Candellaro, Rossini (L), Gitto (4), Sottile (1), Verhees (3), Paris, Noda Blanco (9), Starovic (14), Fragkos (12). Non entrati: Michalovic, Skrimov, Tailli (L). All.: Dario Simoni.
ARBITRI: LONGO Antonio di Principina Terra (GR) e SALTALIPPI Fabrizio di Perugia (PG). 
NOTE: spettatori 3238; incasso 19212. Piacenza: bs 12; ace 6; muri 9; errori 18; ricezione 63% (perf. 33%); attacco 57%. Latina: bs 12; ace 5; muri 5; errori 17; ricezione 42% (perf. 13%); attacco 42%.

foto Zanutto

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