È un viaggio in 25 tappe: in bacheca ci sono i momenti di vent’anni di pallavolo, due promozioni (con Corigliano nel 2007 e con Ravenna nel 2011), un trofeo ancora da conquistare, magari grazie a uno dei suoi muri. Gli piacciono le sfide, altrimenti Antonio Corvetta non si sarebbe messo in regia a un gruppo di ragazzi più giovani di lui. Per inseguire un sogno chiamato playoff nel cuore dell’Umbria e far battere il cuore di Città di Castello. Questo “25° punto” è un viaggio, proprio come il titolo del libro che ha scritto perché sentiva che le parole volevano uscire, per far resistere all’oblìo del tempo ricordi, esperienze, momenti di una vita passata sui campi di pallavolo. Il Corvo è schietto in ogni parola che scrive, a partire da quelle usate per descrivere il suo sport come fosse un’armonica danza di giganti. Non tutti sanno mettere se stessi negli spazi tra una parola e l’altra; lui ci è riuscito. Siete pronti a fare questo viaggio? Le tappe consigliate si trovano tra idoli e lacrime: hanno a che fare con un certo Jack e un certo Bovo.
Buona lettura… e buon viaggio.
La tua definizione di pallavolo?
Lo sport di squadra più difficile: in un piccolo campo sei persone fisicamente importanti si muovono in sincronia toccando, ma non trattenendo, un pallone che ad altissime velocità va tenuto in aria.
Quando hai iniziato a giocare?
A 13 anni.
Il momento più bello della tua carriera?
Ne ho vissuti di molto belli, come singole vittorie clamorose e due promozioni, ma lavoro perché arrivi sempre qualcosa di più bello di quello che ho già vissuto.
Il punto più importante che hai fatto?
Mi è capitato di chiudere delle partite con un muro, ricordo un 18-16 al tie-break contro Bassano in A2.
Il trofeo che vorresti conquistare?
Di quelli cui realmente posso aspirare stando in campo mi manca la Coppa Italia di A2.
Per chi o che cosa rinunceresti alla pallavolo?
Chi mi vuole bene sa che lo sport e gli affetti sono due cose ben distinte e non è necessario mettermi di fronte ad un bivio per ottenere qualcosa.
Che musica ascolti prima di entrare in campo?
Rock.
Il tuo idolo sportivo?
Giacomo Sintini.
La tua qualità fisica migliore.
La velocità.
La qualità morale che ammiri negli altri.
Fuori dal campo l’educazione. Degli altri sportivi ammiro la capacità di prendere un impegno molto serio come se non fosse questione di vita o di morte, cosa che manca al sottoscritto
Un pregio e un difetto del tuo carattere?
Sono un tipo schietto, che tende a prendere il comando delle situazioni.
L’ultima volta che hai pianto?
All’ultimo Bovelix.
Il tuo vizio peggiore?
Sono molto testardo.
La pazzia più grande fatta per amore?
Chilometri e chilometri di notte per stare insieme il tempo di una piadina.
Cosa ti conquista di una donna?
La capacità di comprensione.
Hai mai tradito?
Sì.
Faresti un calendario nudo?
No.
Cita una massima sportiva.
Impossible is nothing.
Se fossi una città saresti…
Cagliari.
Se fossi un film saresti…
Born to be wild.
Se fossi un libro saresti…
Il viaggio, di Antonio Corvetta.
Se fossi un cibo saresti…
Piccante.
Se fossi un animale saresti…
Facile, un corvo.
Per che cosa vorresti essere ricordato?
Nello sport, per essere stato un giocatore affidabile e un grande uomo di squadra.
Svela una battuta da spogliatoio.
Neanche sotto tortura, ne volano di belle!
foto Zanutto