BOLOGNA – Luca Monti si lecca i baffi: è stata una cena molto soddisfacente quella servita al PalaDozza di fronte a un pubblico affamato di spettacolo. E spettacolo c’è stato: finale inedita, tanta voglia di abbuffarsi alla tavola di un trofeo che non aveva ancora trovato posto nella bacheca della A1 di nessuna delle due squadre in campo. Per Perugia è comunque un successo, anche se l’appetito vien mangiando e la squadra di Kovac ha dimostrato di avere tutti gli ingredienti per riempirsi la pancia. Contro questa Copra Elior, però, oggi c’era poco da fare: nemmeno un digestivo avrebbe potuto far digerire un Fei in stato di grazia (Mvp meritatissimo), un Vettori tirato a lucido (16 punti, 64%) e il solito peso sullo stomaco, ovvero Simon ripieno di ace, muri e attacchi.
PALLA SU PALLA – Gli ingredienti di giornata sono il meglio che le pasticcerie di Piacenza e di Perugia possono offrire: confermati i sestetti delle semifinali, con Zlatanov ancora in panchina.
Menu subito ricco con le bombe caloriche di Atanasijevic in battuta (2-3) e Vettori in diagonale (4-3). E’ Petric a riprendere l’impasto con le mani di pietra che aveva iniziato ieri in attacco (6-7), ma Simon in battuta fa piovere le tavole della legge e con un ace divino tenta il primo allungo della Copra Elior (9-7). Dopo i colpi di classe di Vujevic è una diagonale di Vettori, disegnata per piegare le dita del muro, a portare Piacenza al time out tecnico (12-11). La squadra di Monti alza la temperatura del muro e allunga (15-11). Perugia senza perdere la testa ricostruisce punto su punto lo svantaggio e con Petric e l’ace del capitano passa in vantaggio (20-22), annullato subito da Papi e Fei (22-22). L’equilibrio tra gli ingredienti porta allo spettacolo dei vantaggi: grande protagonista è il video check, che “vede” i due punti che portano Piacenza alla vittoria del set (28-26).
In avvio di 2°set Piacenza sembra voler accelerare i tempi di cottura, ma Semenzato semina il panico in ricezione con una battuta spedita in tribuna (6-7). Piacenza rompe gli indugi mettendo al massimo il forno dell’attacco (13-10), mentre Perugia soffre in difesa e non riuscirà più a riavvicinarsi a una Copra Elior che sbaglia pochissimo. Il muro di Tencati su Atanasijevic sembra chiudere il set (23-19), ma è Fei a alzarsi fino al cielo per avvicinare il trofeo a Piacenza: è il suo muro su Atanasijevic a chiudere il set (25-21).
Piacenza prepara i fuochi d’artificio e Fei inizia sparando petardi in battuta (4-2); la festa prosegue, Buti e Semenzato non possono reggere tutto il peso dell’attacco. Ancora una volta Perugia mette nel menu un tentativo di rimonta che esalta il PalaDozza con le prelibatezze di Atanasijevic, Mitic (14-13), Buti (15-14). Perugia si stende a tappeto in difesa, ma Fei è in serata di grazia (17-14). Nel finale la ciliegina sulla torta la mette Kaliberda con punti che si infilano nella difesa ormai burrosa della Sir (25-19).
Le “paropagelle” gustose (tema: specialità della cucina bolognese)
Alessandro Fei. Dei giocatori in campo per numero di vittorie era secondo solo a Papi: con quella conquistata stasera fanno 5 trofei (il record è di Cantagalli con 9), eppure a fine partita aveva il sorriso felice di un ragazzino alla prima vittoria. Lui elogia il gruppo, la verità è che stasera ha fatto la differenza e il titolo di Mvp è come le tre stelle Michelin: qualità, classe, ricerca del gusto. Ha condito questa finale con il gusto forte dell’esperienza, che ti fa tagliare le gambe all’avversario quando si tratta di vincere, con la freddezza del campione e con la completezza degli ingredienti. A muro è stato piccantissimo (3 punti, di cui uno d’oro con cui Piacenza ha chiuso il 2°set), in battuta ha forzato trovando l’ace nelle fasi iniziali del 3° set, in attacco ha cotto l’avversario per 8 minuti (80%); risultato: 12 punti squisiti, da chiedere il bis, soprattutto quelli che hanno spento la fiammella della speranza perugina di riaprire il 3°set. #RagùAllaBolognese
Luca Vettori. In ballottaggio per il titolo di Mvp c’era lui: nell’impasto di oggi deve aver aggiunto gli spinaci perché aveva il braccio gonfio come quello di Popeye. Ha fatto 16 punti su 25 palloni (64%), senza ace e senza muri: puro gusto in attacco. Ha messo giù diagonali da rompere le dita al muro, in battuta è stato un’esplosione di sapori (nonostante non sia arrivato nemmeno un punto, che sarebbe stato meritato). Nel 2°set si mette sui 9 metri, alza il fuoco e brucia la difesa: Piacenza vola a 14-10. Il 3° set è la sfilata d’onore del suo talento, che si illumina proprio quando la sfida è decisiva. Anche per lui era la prima volta, ma non si è fatto trovare nervoso né impacciato: abituato com’è ai palcoscenici prestigiosi stasera è stato chirurgico. Sorride, Luca, alla fine: e ha ragione. #LasagneVerdi
Robertlandy Simon. Barba ossigenata (mica tanto bella, a essere sinceri, ma di fortuna ne ha portata parecchia), in testa il cappello da cowboy tricolore, lo trovi in mezzo al campo a battezzare gli avversari con quei primi tempi che sono delle frustate, con quei muri che sono una sentenza di condanna alla morte sportiva, con quelle battute che c’è Zeus che gli ha chiesto ripetizioni per le saette. E poi lo trovi in tribuna in mezzo ai tifosi a benedire un affetto che lui ricambia regalando sogni a una città intera. Tra un selfie e un autografo sembra Gulliver nel paese dei Lillipuziani e infatti ogni suo punto lo innalza al di sopra del giudizio. 10 punti (75%) ripieni di ace (2) e di confettura di muri (2). Sotto il suo braccio Piacenza è protetta. #RavioleBolognesi
Denys Kaliberda. Accompagna la serata perfetta di Piacenza con 12 bicchieri di inebriante nettare degli dei e un po’ divino lo è anche lui: oltre e più che per il 45% in attacco, per la brillantezza in ricezione (82% di positiva, 39% di perfetta). Zlatanov non era in campo nemmeno stasera e Kaliberada ormai prende il posto da titolare senza fare una piega e, semmai, piega le dita dei temerari che si mettono sulla sua strada. Nel finale di match è travolgente come una piatto di salumi e di gnocco fritto. #CrescentineFritte
Luca Monti. Nella cucina di Master Coach fa sembrare facile anche la ricetta per niente semplice di Piacenza: con ingredienti tanto eterogenei provate voi a far venire fuori un insieme compatto, amalgamato alla perfezione, gestito al meglio e con una concretezza che altre squadre possono solo invidiare. Lui ci riesce in scioltezza, fa lievitare in tempi naturali la squadra, che ora si ritrova al vertice del nostro campionato.
Aleks Atanasijevic. Nelle sue mani si frigge di tutto: dai palloni con cui dà il via al match, a quelli che fa piovere in battuta (2 ace), dove però è meno pepato del solito. Sbaglia la dose di olio dai 9 metri per 4 volte e di fronte a lui gli avversari mettono il grembiule per evitare gli schizzi: 6 muri sono tanti, hanno pesato soprattutto i due subiti nel finale del 2° set. E’ vero che passato quasi tutto dalle sue mani (37 palloni su 89 totali), però stasera serviva una bomba calorica di punti. Dopo l’abbuffata contro Macerata in semifinale il bomber è l’emblema del calo glicemico di tutta la squadra. E comunque Piacenza non ha lasciato scampo. Lui si è momentaneamente fatto friggere (cartellino giallo nel 3° set), ma non perde mai il suo sorriso da ragazzino che si diverte. Ed è emblema anche a fine partita, quando sale in curva a darsi in pasto al bagno di folla, che lo ama incondizionatamente. I tifosi lo coccolano e fanno partire un coro anche per sottolineare che le miriadi di foto e autografi gli impedisce di scendere negli spogliatoi. That’s amore. #FrittoMistoAllaBolognese
Nemanja Petric. Riprende l’impasto dove lo aveva lasciato dopo la semifinale: con mani di pietra Petric inizia con un 56% che pietrifica Piacenza. Bistecche in pipe (4-5), lamelle di tartufo raffinato come il pallonetto del 18-16 e scaglie di formaggio che consentono a Perugia il sorpasso (20-21) e porteranno allo splendido finale ai vantaggi. Poi il fuoco di cottura si abbassa: difficile resistere alla pressione e alla precisione con cui la Copra stritola la Sir. Lo spettacolo non è mai mancato e quando Perugia ha difeso a tappeto lui ci ha messo anche un piede: la rovesciata sul 12-10 è da moviola a “90° minuto”. #CotoletteAllaBolognese
Andrea Giovi. Finisce nel tritatore di servizi e attacchi. Bersaglio della battuta di Vettori e degli altri franchi tiratori, la “Belva” ruggisce con una ricezione positiva al 83% e perfetta al 44%. In difesa soffre il Vetto nazionale, ma per metà partita si spalma come una mousse sul pane del proprio campo: nel 2° set ci mette anche un po’ di spezie con difese-show. Guarnisce la portata con una doppia difesa esaltante sul 19-17 del secondo piatto, quando Perugia stava inseguendo un pareggio che non riuscirà a conquistare. #SpumaDiMortadella
Video Check. Menzione speciale per la tecnologia, perché se non fosse stato per il suo occhio di falco il 1° set non si sarebbe concluso con i due punti per Piacenza che l’arbitro non aveva visto: un’invasione a muro di Perugia e un missile di Simon in battuta (che effettivamente l’occhio umano fa fatica a percepire, si sente solo il fruscìo dell’aria che il pallone fende). Set concluso 26-24 proprio con i due punti del video check e forse senza di lui sarebbe stato un altro set, ma difficilmente un’altra partita: perché come sempre la tecnologia non si sostituisce all’uomo e questa Copra Elior, al momento, non ha rivali in Italia.
COPRA ELIOR PIACENZA – SIR SAFETY PERUGIA 3-0
PARZIALI: 28-26 (31′), 25-21 (27′), 25-19 (26′); tot.: 1h24′.
COPRA ELIOR PIACENZA: Marra (L), Le Roux (2), Papi (7), Fei (12), Smerilli, Kaliberda (12), Simon (10), Tencati (1), Vettori (16), De Cecco (2). Non entrati: Partenio, Zlatanov, Husaj. All.: Luca Monti.
SIR SAFETY PERUGIA: Buti (6), Paolucci, Petric (10), Giovi (L), Cupkovic (1), Della Lunga, Mitic (2), Vujevic (6), Atanasijevic (18), Semenzato (7). Non entrati: Della Corte, Barone, Fanuli (L). All.: Slobodan Kovac.
ARBITRI: BORIS Roberto di Vigevano (PV) e GNANI Giorgio di Ferrara.
NOTE: spettatori 5600. Piacenza: bs 12; ace 3; muri 11; errori 16; ricezione 80% (perf. 37%); attacco 56%. Perugia: bs 8; ace 4; muri 7; errori 16; ricezione 74% (perf. 43%); attacco 44%.
foto Zanutto