Piacenza – Otto, simbolo di perfezione. A Piacenza, come in Cina. L’ottavo confronto tra la Copra Elior e Perugia (il quinto stagionale) dice che: il PalaBanca è sempre illuminato con i colori di casa; Piacenza ha acceso la prima fiammella verso la Stagione Perfetta vincendo gara-1 delle Semifinali Playoff; vestiti di rosso stasera hanno brillato gli infiniti talenti di Vettori (mvp) e Simon (85% in attacco e 4 muri).
Sulla soglia del milanese Salone del Mobile ci facciamo ispirare dal light design.
Riflettori puntati su: De Cecco-Vettori, Papi-Kaliberda, Fei-Simon, Marra libero nello studio di desgin firmato Copra Elior. Griffato Sir Safety, invece, l’impianto luci di Paolucci-Atanasijevic, Petric-Vujevic, Buti-Semenzato, Giovi libero.
PALLA SU PALLA – Watt sparati subito a mille nel primo scambio: lungo e intenso, preludio di un match equilibrato? Solo fino a metà del primo set: dopo la partenza decisa di Piacenza (6-3 con Vettori e Simon), Perugia accende le luci fluo in battuta con Buti (10-10) e Semenzato (15-15). Vettori, illuminato d’immenso, allunga a 19-16, Atanasijevic tiene accesa la luce di Perugia con i suoi mani out, ma è Papi a mettere le mani sul set (25-22). L’equilibrio si spezza qui: negli altri tre set le luci di una e le ombre dell’altra si compensano in un’alternanza asimmetrica di luminescenze. Si accende come un neon abbagliante Piacenza nel secondo set: subito 3-0 con Simon. La velocità del gioco, declinato alla fisicità, favorisce i colori casalinghi (12-5 di Kaliberda che si insinua nel buco nero difensivo di Perugia). Si spegne la luce in casa Sir, mentre Vettori e Simon si inventano nuove linee: una traiettoria brevettata dal cubano in primo tempo chiude il set 25-17.
Il terzo set stordisce come una stroboscopica: Atanasijevic illumina dinamite dai 9 metri (1-3), Petric accende l’interruttore sull’alzata di Giovi (2-6), Monti allora decide di cambiare tutto il blocco elettrico (a eccezione di De Cecco). Niente e nessuno può contrastare il bagliore di Atanasijevic (8 punti solo in questo set), che in battuta allunga fino al 9-18 (con due ace fatti e uno sfiorato). Nemmeno Zlatanov, chiamato in campo come avrebbero fatto a Gotham City con Batman, riesce a rompere le tenebre emiliane di questo parziale nerissimo (12-25).
Troppo fievole la luce della Sir nel quarto set: Vettori soffia come su una candelina con l’ace del 12-8 e Perugia perde il lume della ragione, spegnendosi prima di tutto psicologicamente (25-18).
Contro Vettori e Simon in condizioni devastanti non sono bastati: la buona ricezione di Perugia (58%, 23% di perfetta), 8 ace (di cui 5 di Atanasijevic), 26 punti del serbo. Sono mancati i muri (solo 3 contro i 10 di Piacenza) e l’apporto di alcuni giocatori.
Mercoledì al Pala Evangelisti, però, ci sarà tutta un’altra luce per fare quel “qualcosa in più” che Perugia ha comunque dimostrato di poter mettere in campo.
Le “paropagelle” illuminate.
(Tema: le lampade made in Italy più famose nel mondo)
Luca Vettori. Illuminato d’immenso, si intuisce subito la luce che lo pervade: 5-2 con due attacchi consecutivi che sono alba di una serata torrida. Le sue mani schiacciano l’interruttore per spegnere la luce in casa Sir in diverse occasioni, la più importante con l’ace del 12-8 del quarto set. Base di marmo dai 9 metri (2 ace marmorei, appunto), stelo di acciaio inossidabile con 17 punti in attacco e neanche un muro subito: #Arco da cui pende la lampada di Piacenza.
Robertlandy Simon. Lo schema è semplice: primo tempo, magari anche dentro ai 3 metri. Tecnicamente perfetto con 11 attacchi (85%, impressionante): immarcabile, marca stretto a muro (4 sui 10 di squadra). Versatile, ufficialmente è un centrale, ma dai, ammettetelo: è un opposto travestito. E per illuminare il campo va a rubare una stella fino in cielo. Tanto lui ci arriva. Vogliamo proprio trovare un neo? Neanche un ace. La perfezione tra gli umani non esiste. Lampada del 1987, proprio come Robertlandy: #Tolomeo.
Alessandro Fei. Prodotto dallo studio Volley Italia ininterrottamente dal 1993 ad oggi, il modello Fox è da vent’anni un esempio di eleganza e proporzione. Primo e terzo set luminoso in attacco, nel terzo set regala bagliori da standing ovation in difesa e in battuta. 9 punti (89%), calibrati con un equilibrio che solo la sua esperienza può concepire. #Snoopy
Samuele Papi. L’innovazione al servizio della comunità artistica: ogni punto che mette a terra sembra intriso di storia, pioniere della vittoria. La battuta sa essere insidiosa quando e quanto serve, il muro su Atanasijevic (23-17 del 2° set) sembra il monito del maestro al giovane allievo. Nel quarto set è il suo mani out a sbloccare il punteggio (7-5). Un giocatore da esposizione permanente. #Cuboluce
Aleks Atanasijevic. Monolitico e marmoreo, i suoi punti sono sculture uniche. Gioca con le mani del muro in un effetto di chiaroscuro che rivela la sua preziosità per qualsiasi squadra possa godere della sua luce. Nel terzo set diventa scultoreo dai 9 metri: 1-5 con un ace fatto e uno quasi, dopo il suo secondo passaggio in battuta rimangono solo frammenti ossei nel campo di Piacenza. Un parziale di 6-0 con due ace e tanti punti (8 solo in questo set). I suoi 26 punti non riescono a illuminare tutta Perugia, ma il serbo ha in serbo una gara-2 con tutt’altra grinta: “sappiamo di poter giocare meglio”. Detto da uno che ha fatto il 56% in attacco, 5 ace e 2 muri suona minaccioso. #Biagio
Andrea Giovi. Fonte di ispirazione luministica come un moderno Jean Valjean, lui i palloni li va a recuperare nelle profondità della ricezione e, quando necessario, anche con il lanternino in difesa. E tenere le sassate che arrivano da Vettori, Kaliberda e Papi non è proprio semplice. Regola il fascio luminoso che arriva sulla testa del palleggiatore e spesso è luce piena: 61% di positiva (31% di perfetta su 36 palloni che lo prendono di mira), senza nessun errore. E’ un’ #Eclisse ben visibile
Nemanja Petric. La sua maglia elastica si modella su anelli tubolari di dimensione crescente: quasi invisibile nel 1° set, meglio nel 2°, ma è nel 3° che il diametro si allarga con 4 punti (75%). Peccato per la flessione dell’ultimo anello, quando Perugia avrebbe avuto tanto bisogno della sua luce. Che, invece, si dissolve – effimera – all’interno della nuvola del PalaBanca. #Falkland
Simone Buti. Terzo miglior marcatore umbro con 8 punti, utilizza materiali innovativi in battuta (con l’ace pesante del 10 pari nel 1° set) e raffinati in attacco (58%). L’insieme, però, appare frastagliato, creando giochi di luce e, soprattutto, ombre a muro: neanche un punto in questo fondamentale e Perugia ha bisogno dei suoi lampi. La speranza è che trovi l’illuminazione per contrastare a rete l’aggressività in attacco di Piacenza. #Hope
COPRA ELIOR PIACENZA – SIR SAFETY PERUGIA 3-1
PARZIALI: 25-22 (26′); 25-17 (23′); 12-25 (24′); 25-18 (24′); tot.: 1h37′.
COPRA ELIOR PIACENZA: Marra (L), Le Roux, Partenio, Papi (8), Fei (9), Kaliberda (11), Simon (15), Zlatanov (2), Husaj (1), Tencati, Vettori (19), De Cecco (3). Non entrati: Smerilli. All.: Luca Monti.
SIR SAFETY PERUGIA: Buti (8), Paolucci, Petric (11), Giovi (L), Cupkovic, Barone (4), Mitic (2), Vujevic (7), Atanasijevic (26), Semenzato (1). Non entrati: Della Corte, Della Lunga, Fanuli (L). All.: Slobodan Kovac.
ARBITRI: CIPOLLA Matteo di Palermo e RAPISARDA Daniele di Pregnacco (UD).
NOTE: spettatori 3148; incasso 31706 euro. Piacenza: bs 16; ace 3; muri 10; errori 23; ricezione 49% (perf. 19%); attacco 53%. Perugia: bs 11; ace 8; muri 3; errori 19; ricezione 58% (perf. 23%); attacco 48%.
fonte per la ricerca sulle lampade: http://goodesignblog.com/2013/10/23/le-10-lampade-made-in-italy-famose-in-tutto-il-mondo/
foto Zanutto