#cheplayoff Grande Volley: Monza manda Ortona in nomination. Le “paropagelle” (tema: reality show)

Monza – Nella casa del Vero Volley Monza era serata di nomination per candidare gli avversari all’uscita dalla corsa per la promozione in A1: nel confessionale del PalaIper Tiberti, Botto e Bonetti – protagonisti della puntata del Grande Volley – hanno nominato la squadra capitanata da Lanci. Tre giorni di tugurio attendono la Sieco Service Ortona, in cui riordinare le idee e aggiustare le crepe nel carattere per rimandare la sfida decisiva a gara-5.


BLU E BIANCHI – I Blu di Vacondio lanciano la sfida con i titolari di gara-2 (Tiberti, Padura Diaz, Botto, Elia, Vigil Gonzalez, Pieri) e Bonetti, in partita da subito. Coach Lanci rilancia con la squadra che sta facendo sognare un’intera città: Lanci, Cetrullo, Galliani, Bruno, Simoni, Sborgia, Zito. Amici a telecamere spente, sotto i proiettori cinici avversari nella quinta sfida stagionale: anche se non ci si conosce mai del tutto. I Blu mettono in campo una prestazione sorprendente del duo di banda Botto-Bonetti, mentre i Bianchi sono concentrati a marcare Padura Diaz e non riescono ad arginare gli attacchi da posto 4.

BALLANDO CON LE STELLE – Avvolti in un punto a punto di un appassionante tango, è Ortona a perdere il ritmo nel finale dei due set che hanno determinato la loro sconfitta: la prima e la quarta frazione. Quando si balla così stretti da essere un corpo solo ogni dettaglio deve essere preciso, il margine di errore praticamente nullo. Monza mantiene elevato il ritmo nel valzer iniziale soprattutto in attacco (63%) e in difesa. Ortona riceve e mura meglio, ma appena commette delle imprecisioni finisce per pestarsi i piedi (19-16), senza riuscire più a recuperare. 
Il secondo ballo è un jive di Monza, che fa venire il fiato corto fin da subito agli avversari (5-1). Se non attacchi non puoi fare questo ballo e la discreta ricezione di Ortona non viene sfruttata bene dagli attaccanti, che non trovano mai il passo giusto (25-19).
Stesso discorso, ma a parti invertite, per la successiva samba in cui sono gli ospiti ad avere il ritmo giusto nel sangue: quello della reazione. Sotto 14-11, recuperano terreno con l’ace di Cetrullo (14-14), per poi mantersi in equilibrio fino al 18-18, quando Bruno si presenta in battuta e i passi si complicano per Monza (18-21). Con un Galliani in versione Carnevale di Rio questa samba se la aggiudica Ortona. 
Ci si aspettava un nuovo, ennesimo tie-break al PalaIper, ma negli ultimi giri del tango finale Ortona commette delle imprecisioni. Non sbaglia, invece, Padura Diaz, che chiude la sfida con un mani out.

L’ISOLA DEI FAMOSI – Nelle prove di sopravvivenza se la cava meglio Monza. Le pareti delle capanne non sono costruite bene come quelle di Ortona (5 muri, la metà di quelli totalizzati da Simoni (5), Galliani (3) e Sborgia (2) per gli ospiti), ma Tiberti pesca specie più varie: non solo Botto e Bonetti versione pescecane, non solo Padura che, anche quando non è devastante è comunque un pesce spada, ma anche i pesci martello Elia e Vigil al centro. Lanci deve fare i conti con Bruno meno in palla e più pesce palla (26%), Cetrullo che ha sulla coscienza dei delitti in attacco e Galliani disperso in mare nel 2°set.
Ortona non ha avuto i denti del piranha tante volte mostrati. Monza ha gestito meglio i momenti di difficoltà, traducendo in punti i palloni sporcati da una ricezione non perfetta, difendendo e contrattaccando meglio.
Domenica Quarta puntata del Grande Volley a Ortona. Mercoledì prossimo l’eventuale Quinta, e conclusiva, sfida.

Le “paropagelle”
Michele Simoni. La tua squadra ha bisogno di rinnovare le pareti? Devi insonorizzare le mani a muro? Devi cambiare colore all’intonaco del primo tempo? Chiama Michele e lui in meno di due ore fa cambiare volto alla tua casa. A muro non gli sta dietro nemmeno un mastino come Elia: ne stampa in campo 5, ma ci mette sempre lo zampino, leggendo (a rete) come fosse in biblioteca. E’ del 1990 e ha il tempo per imparare a mettere in campo tutti i palloni che tocca. La vera arma vincente per Ortona la teneva in serbo il suo braccio lesto nel primo tempo spostato: assolutamente immarcabile. Peccato che a non rendersene conto sia stato il suo palleggiatore. #ExtremeMakeover
Andrea Galliani. Alle “blind auditions” Piero Pelù si girerebbe alla seconda diagonale per il rumore del pallone sulle braccia di chi tenta di prenderle, gli direbbe che vederlo in attacco è un godimento e che il muro su Padura nel 2° set è meglio di un orgasmo. Per J-Ax sarebbe un “bella zio, mi piace la gente che si spalma in difesa come fosse in spiaggia, che non molla un pallone nemmeno se è rincagnato tra il muro piazzato e l’asta, che traduce la rabbia per un 2° set steccato (unico punto, il muro di cui sopra) in un 86% nel 3° set”. Ma Noemi lo pungerebbe sulle due note stonate in ricezione, sugli errori ingenui che sporcano la qualità vocale. Insomma, ci vorrebbe Raffaella Carrà a fargli capire che se ci credesse sempre “di pancia” come nel finale del 3° set con la sua voce incanterebbe i palazzetti. #TheVoice
Leano Cetrullo. Se parti con il 56% in attacco sei un giocatore al top. Se quando la tua squadra è in bancarotta tu la tieni a galla (o almeno ci provi, nel 2°set) sei un giocatore al top. Se fai 3 ace e ne sfiori altrettanti sei un giocatore al top. Ma se fai il 38% in attacco sei fuori. Se fai 6 errori in attacco – e in momenti in cui la squadra ha bisogno di te – sei fuori. Se mandi i palloni in bocca al muro o in rete sei fuori. Proprio perché è il migliore realizzatore di Ortona ci si aspetta una certa continuità e i suoi errori diventano dei delitti. #TheApprentice

Lorenzo Bonetti. Primo banco senza scelta con Puliti fuori uso per un virus, prof. Vacondio non può che essere felice del primo della classe. Nel 1°set si perde tra le pagine scritte da Padura, Botto, Elia, Vigil. Nel 2° sale in cattedra con un 71% in attacco che vuol dire che il divario decisivo a metà set lo ha scavato lui. Dopo un calo nel 3°set, nel 4° non sbaglia una risposta: il muro di Ortona non lo capisce quasi mai e lui in diagonale arriva sempre per primo. #LaPupaEIlSecchione
Williams Padura Diaz. Ci mette un po’ ad abituarsi alla vita di campagna, ma certamente rispetto all’ultima puntata (7 punti in gara-2) è tornato a essere a proprio agio nella natura. Di natura combattente, le sue diagonali difese oggi hanno l’effetto del mantello rosso del torero e lui è sempre pronto a incornare il pallone. In avvio di 2°set fa dilagare il panico (5-1), ma sono tanti gli errori anche per lui: 8 balle di fieno in rete (dai 9 metri è meno velenoso del solito), un cancello aperto nel 3° set (18-19) da cui scappa Ortona per vincere il set. Tutto ciò che fa ha un peso specifico maggiore, nel bene e nel male. #LaFattoria
Simone Tiberti. Dirige la cucina meglio di Bastianich. Zero noia. Come sempre impiatta partendo dal centro con Elia, per poi distribuire con equilibrio sia nella zona 2 del piatto di portata, sia nella 4. Quando capisce che Padura è un’ottima guarnizione (e sempre di impatto estetico), ma “la ciccia” cola dalla banda, inizia ad aggiungere spezie ai palloni serviti a Botto e Bonetti. Ci vuole il fiuto di Cracco per capire in ogni momento qual è l’ingrediente giusto. #Masterchef

VERO VOLLEY MONZA – SIECO SERVICE ORTONA 3-1
PARZIALI:
25-22 (25′); 25-19 (24′); 22-25 (27′); 25-23 (29′); tot.: 1h45′.
VERO VOLLEY MONZA: Elia (5), Bonetti (16), Tiberti (2), Padura Diaz (15), Pieri (L), Vigil Gonzalez (7), Botto (19), Caci, Krumins. Non entrati: Procopio (L), Preval, Cozzi, Puliti. All.: Oreste Vacondio.

SIECO SERVICE ORTONA: Cetrullo (19), Simoni (13), Bruno (5), Matricardi, Galliani (14), Gemmi, Sborgia (4), Di Meo (1), Lanci (1), Zito (L). Non entrati: Guidone, Pappadà (L), Orsini. All.: Nunzio Lanci.
ARBITRI: POZZATO Andrea di Bolzano e ZAVATER Marco di Roma.

NOTE: spettatori 800; incasso 1900 Euro. Monza: bs 20; ace 4; muri 5; errori 32; ricezione 47% (perf. 30%); attacco 50%. Ortona: bs 17; ace 5; muri 10; errori 32; ricezione 55% (perf. 23%); attacco 42%.

foto Elena Zanutto

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