Volley World league – Tutto è bene quel che comincia bene, diciamo noi. E non si poteva chiedere di più alla prima notte
fiorentina della Final Six dell’Italvolley.
La sfida ha il sapore delle grandi occasioni. Il ricordo di quel quarto di finale alle olimpiadi di Londra è ben
chiaro nelle menti di tutti, e chiedere ai nostri il bis è d’obbligo. Concedercelo – che dire? – è stato sublime.
Scendono in campo i nostri – oramai stracollaudati – sei eroi classici: Drago Travica al palleggio e Ivan
Zaytsev sulla diagonale; capitan Birarelli e Teo Piano ad allungare i tentacoli al centro; Jiri Kovar e Simone
Parodi a martellare da posto quattro. Totò Rossini a spazzare via le paure là dietro.
Dall’altro lato del taraflex: Christenson in regia e Anderson sulla diagonale, Lee e Holt al centro, Rooney e
Sander sulla banda. Shoji libero.
Partono forte i nostri, picchiano duro dai nove metri con Kovar che ci regala subito un ace, e con lo Zar che
“ho un bicipite caldo e non ho paura di usarlo”. E così il primo set vola via liscio, ad eccezione di qualche
errore di troppo al servizio, facilmente perdonabile. Lo chiudiamo 25-22 con un super Simone Parodi.
Al secondo set la musica non cambia. Siamo 8-3 al primo time out tecnico, e facciamo tutto bene. Ci
esaltiamo in difese stratosferiche con Rossini, o supercoperture da urlo con Kovar. Non molliamo una palla
fino al 24-16. Poi il nostro classico momento di black-out arriva in tutto il suo splendore orrore.
Erroracci e qualche murata di troppo e gli americani ci piazzano un parziale di 5-0, portandosi fino al 24-21.
Poi sbagliano anche loro dai nove metri, e ci portiamo a casa anche il secondo set.
I cattivi tornano in campo decisamente più cattivi, e Anderson decide di iniziare a giocare come sa fare, o
quasi. E siccome piove sempre sul bagnato, proprio quando siamo sotto 3-7, Jiri avverte un fastidio al
ginocchio operato. Riposo per lui, dentro Randazzo. Al secondo time out tecnico siamo sotto 10-16. Coach
Berruto prova a cambiare qualcosa in regia, inserendo Baranowicz per Travica. Gli errori dai nove metri
arrivano da una parte e dall’altra, ma loro sono sempre più avanti. Anderson firma il 14-20 e Berruto
richiama i suoi all’ordine. Dentro anche Buti. Il finale di set (e –spoiler alert!- match) è da cardiopalma.
Sotto 22-24 si avvicina a quei maledetti nove metri lo Zar e il suo fedele bicipite. La tensione è alle stelle.
Sono lui e la palla. I cinquemila e cinquecento del Mandela Forum stringono mani, occhi e chissà quant’altro
in religioso silenzio. Poi una bomba. E per una volta non sono gli americani a scagliarla. Si piegano le mani di
Shoji ed esplode il Forum. Primo set-point annullato. Ora lo Zar è più gasato della Schweppes di Uma. Arriva
un’altra mina nella metà campo a stelle e strisce. Parità. Non lo ferma più nessuno. In tilt gli autovelox di
tutta la Toscana, allertata anche la protezione civile causa pioggia di meteoriti giallo-blu nel cielo di Firenze.
Fa tutto da solo, Ivan il guerriero. Match-point e poi ancora ossa che volano. 4 ace consecutivi, 4 zone del
campo diverse. Urla, pianti, e grandi sorrisi. Quest’uomo ci porterà in alto.
#noicicrediamo
Per le paropagelle di oggi vogliamo celebrare i nostri fantastici guerrieri come si deve, e così faremo vestire
loro i panni degli eroi della Marvel.
Ivan Zaytsev: dopo la sforbiciatina alla cresta è tornato più forte che mai. Top scorer del match –
saichenovità- in forma strabiliante. La roccia dall’algido sguardo di questa bella Italvolley, l’uomo d’acciaio
che mai si piega e mai si spezza, per noi lui è #IronMan
Jiri Kovar: anche lui al top della forma fisica, sperando che il fastidio al ginocchio non sia niente di grave.
Perché di un Jiri così ne abbiamo davvero bisogno. Agile e scattante in difesa, preciso come #SpiderMan
con le sue ragnatele nel sparare i palloni nella metà campo americana
Totò Rossini: il nostro libero invulnerabile. Si muove a velocità extraterrestri, per noi lui è #SilverSurfer
Dragan Travica: oramai non c’è alcun dubbio, il suo dna ha qualcosa di diverso. Dopo la splendida stagione
in Russia è rigenerato totalmente, e sembra non volersi fermare più. Sarà merito del gene x? Per noi sì,
perché lui è #Wolverine
Matthew Anderson: una delle ragioni per cui sembra difficile farci stare antipatici gli americani. Sempre un
piacere vederlo giocare, e non solo per l’alto tasso di figaggine che possiede. Matt è forte e lo dimostra
sempre, anche quando gli si chiede di cambiare ruolo. Siamo più che certi che gli abbiano dato il siero del
supersoldato, e infatti lui è #CapitanAmerica
David Lee: pilastro della nazionale a stelle e strisce. In carriera ha vinto tutto, o quasi. L’età comincia ad
avanzare, ma i suoi muscoli rimangono ben saldi al loro posto. Non fatelo mai adirare, per noi lui è #Hulk
Italia – Stati Uniti 3-0 (25-22, 25-21, 26-24)
Italia: Kovar 10, Parodi 7, Rossini L, Zaytsev 21, Buti 1, Travica 3, Piano 2, Birarelli 6, Baranowicz, Randazzo
3; N.E: Lanza, Vettori, Anzani, Giovi.
Stati Uniti: Anderson 17, Rooney 6, Sander 4, Lee 8, Lotman, Shoji K. 2, Christenson 2, Clark 4, Holt 3, Shoji
L; N.E: Holmes, Muagututia.
Arbitri: Zenovich A. (Rus) & Cespedes D. (Dom)
Spettatori: 5.500
Nelson Mandela Forum