Lo spirito della Mizuno Beach Volley Marathon: per tre giorni tutti alla scuola materna
(nella foto i ragazzi della Lecco Bene e Bitto, vocalist della manifestazione).
Il bello della Mizuno Beach Volley Marathon è lo spirito, c’è poco da fare. Perché, è vero, si gioca a beach volley, ci sono tantissimi e bravissimi giocatori, tra i migliori italiani, belle ragazze, spritz, musica e pettorali importanti. Ma quel che succede #SoloAllaMarathon è un’alchimia difficile da spiegare a parole. Sono 20mila persone che decidono non solo di passare del tempo insieme su sconfinati campi da beach. Non solo di arbitrare le partite del proprio girone con fair play. Non solo di organizzare una trasferta impegnativa, delle volte. Alla Marathon, c’è gente che inizia a fare il count down dal mese di settembre, non aspettando altro che la Marathon. C’è gente che organizza la stampa di magliette sempre nuove, in una sfida implicita a chi ha la maglia più originale, più bella, più spiritosa. C’è gente che pensa ai travestimenti da alternare durante i tre giorni con una meticolosità da far invidia ai migliori organizzatori di eventi. C’è chi si deve sposare e accetta di essere “ridicolizzato” sulla spiaggia bibionese per tre giorni, vestito in malo modo a dover superare le prove peggiori. Il tutto è fantasticamente disinteressato. Così, #justforfun. Solo per divertirsi. Un ritorno dolcissimo alla scuola materna quando tifare per la propria classe era un dovere, un piacere, anche senza vincere niente. Alla Mizuno Beach Volley Marathon si vince che si torna bambini. E scusate se è poco.
