Giorgio Chiellini infortunato: non giocherà la Finale di Champions League con la Juventus
(Ph. Facebook) La Finale di Champions League. Diciamocelo, è un sogno, quasi ad occhi aperti, per chi gioca a calcio. Per chi ha cominciato in qualsiasi modo a giocare a calcio: che sia sul balcone della nonna, in giardino dal mattino alla sera, all’oratorio dietro casa, nei campi importanti. Per chiunque. Di pari livello emozionale, c’è solo una finale di un Campionato del Mondo a ricordare Tardelli e Grosso.
E niente. La novità triste è che Giorgio Chiellini, domani sera, a Berlino, non ci sarà per Barcellona-Juventus.
Chiellini è uno che – per fare un confronto intrasportivo – ricorda delle volte un GianMarco Pozzecco che, anche con il naso rotto, con un taglio in testa, in qualsiasi condizione, la partita la vuole giocare, la vuole portare a termine, perchè ogni minuto, ogni fottuto minuto è importante. E’ bello, è gioia. E’ calcio, è basket. E’ sport.
E la partita, anche con naso rotto o taglio in testa, uno come Chiellini la finisce, lottando fino alla fine, facendo di tutto per vincerla, in una trasformazione da giocatore a veste eroico-sporiva che modula il rettangolo verde in un campo di battaglia: che poi è quello che porta la gente allo stadio, intendiamoci. Questo vedere nei giocatori una sorta di personaggio epico è il motore dello sport.
Il destino, ha ragione lui nella sua ultima comunicazione ufficiale su facebook, delle volte è beffardo.
Giorgio Chiellini non giocherà perchè nell’ultimo allenamento di ieri ha riportato una lesione di primo grado del muscolo soleo della gamba sinistra. Al suo posto, due ipotesi: Andrea Barzagli, Campione del Mondo, o Angelo Ogbonna.
Ma il pensiero oggi va a Chiellini. Che la partita la guarda da fuori, senza neanche la speranza di sentirsi dire “Scaldati”. Peggio del secondo portiere, vien da pensare. Fuori. In un mondo calcisticamente giusto, questa gara Chiellini la giocherebbe. Nella testa di un tifoso juventino, ma anche di un amante del calcio e dello sport che tifa un’altra squadra, ad un certo punto Chiellini inizierebbe a spogliarsi in tribuna e lo stadio tedesco comincerebbe a rumoreggiare. Ma che fa? I telecronisti diventerebbero o matti o muti, le telecamere si agiterebbero alla ricerca di Chiellini con zoom improbabili in mezzo al pubblico mentre Giorgione si toglie i jeans e si mette i calzoncini. Poi la maglia, i parastinchi, le calze, per poi allacciarsi le stringhe delle scarpette appoggiato al seggiolino di quello seduto davanti a lui. E volando arriverebbe, tipo Ultraman, in panchina, pronto per il cambio. Tra gi applausi calcherebbe il campo. Anche solo per due minuti. Fermo, magari. Se lo meriterebbe.
Ma poi, che vuoi farci, uno come Chiellini non sta fermo. Si metterebbe a correre e addio soleo. Niente Giorgio, devi star fuori. Ma chi ama il calcio oggi ti pensa. Juve o non Juve. Pensa a te.