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La nazionale di volley devolve il premio alle vittime del terremoto

Ci sono notizie che, nella loro amarezza, sono comunque belle. O che sono belle nel loro essere comunque amare, decidete voi. La sostanza non cambia di una virgola. E la notizia che ha interessato la nazionale di pallavolo maschile dopo l’argento di domenica sera alle Olimpiadi di Rio de Janeiro appartiene a questa categoria.
La Gazzetta dello Sport ha lanciato qualche giorno fa un concorso, un sondaggio, pensato dalla Fondazione Agnelli che ha messo in palio 50mila euro per la medaglia più emozionante delle ultime Olimpiadi. A decidere, ovviamente, gli utenti, in questo caso, i lettori di gazzetta.it. Ebbene, la medaglia più emozionante è stata quella di Gabriele Granozzo oro nel fioretto, secondo il ciclista Elia Viviani (oro in pista), terza la pallavolo maschile: un argento sicuramente bello anche se amaro. Sì, perché negli sport di squadra c’è una finale a due. Chi vince, prende l’oro, chi perde, perde l’oro. E poi, il giorno seguente, vince l’argento. Sta di fatto quei soldi, quei 50mila euro vinti grazie all’iniziativa della Fondazione Agnelli e della Gazzetta, che sarebbero dovuti essere divisi tra la squadra, andranno invece alle terre in questi giorni martoriate dal terremoto. “Ovviamente mi ha fatto molto piacere e mi ha fatto capire, una volta di più, che a Rio de Janeiro abbiamo fatto qualcosa di particolare che ha fatto emozionare oltre che noi in campo anche la gente da casa, davanti al televisore – ha spiegato alla Gazzetta dello Sport il capitano della spedizione azzurra in Brasile, Emanuele Birarelli che appena rientrato in Italia è stato accolto con un incontro pubblico ad Ancona, nelle sue Marche -. Questi sono giorni molto particolari per il nostro Paese e quello che è successo fra Umbria, Lazio e Marche, con il devastante terremoto, non ci può lasciare indifferenti. Il nostro pensiero va a quelle popolazioni, a chi ha perso tutto e in questo momento sta soffrendo. Anzi dopo essermi sentito con i miei compagni abbiamo deciso di devolvere il premio della Fondazione Agnelli alle popolazioni colpite dal sisma dell’altra notte“.

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Il numero per un sms

Forse questo è l’esempio di come si possa realmente donare a chi ha bisogno. Bisogna dare qualcosa di proprio. Forse è più utile pensare a quel che “posso fare io”, io e basta, io soltanto, senza chiedere agli altri – politici, società di Superenalotto, gente oggettivamente ricca e simili – di privarsi di denaro che noi giudichiamo eccessivo, come se tutti noi non potessimo invece fare la nostra parte, ognuno secondo le proprie possibilità. Ah, se ognuno pensasse a cosa può fare in prima persona, foss’anche un semplice sms, al posto che lamentarsi.

La nazionale di pallavolo maschile l’ha fatto. Ora tocca a noi. Ora tocca a me.

Elena Sandre
@elenasandre

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