Intervista a Simone Parodi: #fratellidelfreddo

SIMONE PARODI, #fratellidelfreddo

 (Ph. Elena Zanutto)

L’abito non fa il monaco, come il luogo non determina la qualità di una conversazione. Ma vi assicuro che trovarsi in una infermeria, a cavalcioni tra sedie ed un lettino per i massaggi, nasconde un suo perché. E se poi girandoti scovi inaspettatamente la foto di Ray Charles appesa alla porta, ogni intento serioso si vanifica all’istante.

 

Con questo background a tratti goliardico ed inaspettato, ci immergiamo in una intervista a Simone Parodi, ad oggi giocatore nelle file della Lpr Piacenza.

 

IMG_1359-25-02-17-00-38Prima domanda generale ed introduttiva: come stai?

Bene, finalmente lo posso dire. Sono tranquillo e questa è la cosa più importante.

 

Facciamo subito un salto indietro a fine Gennaio. La Coppa Italia: una grande partita che ha lasciato purtroppo qualche amarezza sul finale.

Abbiamo dimostrato una grande prestazione contro Civitanova, arrivando ad un passo dalla finale. Sicuramente la partita è stata preparata molto bene da un punto di vista tattico ed in campo i ragazzi hanno giocato alla grande, mettendo pressione. Peccato per il risultato ma ci ha resi consapevoli del fatto che possiamo giocarcela contro tutte le squadre, soprattutto in vista dei play-off. Bisogna inoltre considerare che Marshall ha giocato con un dolore al ginocchio e Trevor era influenzato!

 

Ora torniamo un attimo a te. Questa nuova stagione ha visto anche il tuo passaggio da Civitanova a Piacenza. Quali obiettivi ti sei prefissati agli inizi?

Di tornare a star bene. Forse un po’ egoista come pensiero ma mi sono concentrato su me stesso, anche se in realtà è un modo per aiutare anche tutta la squadra. Sicuramente pensavo che sarebbe stato più semplice recuperare dagli interventi. Ho sempre avuto una rotula del ginocchio destro non allineata, che si è sublussata per ben tre volte, mentre il sinistro è stato subito sottoposto ad un intervento perfetto, per cui caricavo su questo. L’anno prima delle olimpiadi ho deciso di star fermo per fare un semplice intervento di pulizia, che in realtà non mi è servito a nulla. L’anno scorso quindi mi sono sottoposto ad un nuovo intervento, motivo per cui alla fine sono rimasto fermo due anni.

 

IMG_1378-25-02-17-00-38Com’è tornare in campo, sia da un punto di vista fisico che mentale?

Adesso sono già passati quattro mesi circa e posso dire che anche mentalmente è stato molto più difficile del previsto. Non ero sicuro di me, avevo paura di sbagliare e, pur stando bene fisicamente, non trovavo la tranquillità necessaria per giocare dignitosamente, senza pretendere di essere il miglior giocatore. Adesso però sento di essere tornato ai miei standard classici.

 

C’è stato un fattore che ti ha aiutato a fare questo passaggio?

Il giocare, dovevo solo giocare qualche partita. Quando entravo e facevo il giro dietro mi veniva il nervoso, lo sa anche Giuliani. Agli occhi di tutti sembrava che non sapessi più fare una schiacciata o una battuta e tutto questo mi turbava. Tornando a giocare le amichevoli ed in seguito le partite ufficiali ho riguadagnato fiducia in me stesso.

 

Portiamo un attimo la mente a quest’estate. Hai seguito la nazionale a Rio?

Sì, ho tifato moltissimo, anche se un po’ a malincuore, essendo sul divano di casa senza poter far nulla.

 

Pensi mai ad un possibile ritorno in nazionale?

Al momento non saprei, ormai sono già fermo da un paio di anni. Speriamo però, mai dire mai.

 

Lasciando da parte momentaneamente questioni più seriose, addentriamoci ora nello spogliatoio piacentino. Hai qualche aneddoto divertente da raccontare?

Nello spogliatoio ci divertiamo moltissimo, scherziamo in continuazione. Poi c’è il cubano Hierrezuelo che anima. Siamo un gruppo molto divertente!

 

Ed invece un ricordo bello legato alla nazionale o ad un club?

Nel corso della mia carriera ci sono stati moltissimi momenti belli che potrei ricordare, basti pensare agli scudetti che ho vinto. Forse però la manifestazione più bella che ho vissuto è stata la tappa di World League in Italia,  quando siamo anche arrivati sul podio.

 

È visibile a tutti il tuo ottimo rapporto con Giuliani, quasi definibile come un fratello maggiore.

Sì, esatto, lo definirei come un fratello maggiore. Mi ha preso che avevo 19 anni a Conegliano, poi abbiamo continuato a crescere. Ovunque andassimo eravamo insieme e ormai non servono più parole per capirci. Lui sa quando sono in giornata o non sto bene, come io capisco quando lui è arrabbiato. Quando si condivide il proprio quotidiano da 7/8 anni insieme non può che essere così.

 

Hai mai pensato di fare un anno all’estero?

Alcuni anni fa avevo ricevuto moltissime offerte, con la reale possibilità nel passaggio da Cuneo a Macerata. Ai tempi non avevo alcuna intenzione comunque, preferivo rimanere in Italia. Penso che questo sia il campionato più bello del mondo e forse a 25 anni mi sembrava un passo troppo grande. Adesso non saprei, mai dire mai. Al momento ho ancora un anno di contratto qui a Piacenza, dove comunque mi trovo molto bene.

 

IMG_1360-25-02-17-00-38Qualche progetto al termine della carriera pallavolista?

Io viaggio con la mente tutti i giorni, elaboro mille cose. Magari un progetto astratto, come avere una linea di abbigliamento. Un mio grande hobby è legato al disegno ma non saprei come concretizzarlo in un progetto di vita futuro. Non ho mai pensato seriamente ad un altro lavoro, anche perché mi definisco un eterno bambino. Spero di giocare fino a 60anni ed in questo mi ritrovo molto in Papi. Poi vedremo, c’è tempo.

 

In realtà noi conosciamo anche un altro tuo hobby, la pesca. La domanda sorge spontanea: tipologie di pesca e qualità del pesce piacentino, cosa ci sai dire?

Sarò sincero, in questo anno sono andato solo una volta a pescare qui a Piacenza. Non voglio vantare un’eccessiva professionalità ma fino a due mesi fa ero in palestra dalla mattina alla sera per recuperare. Magari con la prossima stagione ti saprò dire di più.

 

Il mondo social ora ha bisogno anche di un’altra spiegazione: #fratelli del freddo. Come nasce? È possibile ipotizzare il lancio di un vero e proprio profilo social, dopo l’incommensurabile successo di qualche anno fa con “Schiacciami sto pugnetto”?

Quella foto orribile dove è stato messo l’hashtag era stata fatta da Trevor perché  ci trovavamo entrambi  immersi nel ghiaccio e lui aveva scritto proprio #fratellidelghiaccio!

 

IMG_1350-25-02-17-00-38Concludiamo questa intervista con la novità di Schiacchiami, ossia l’hashtag finale. Quale ci proponi, senza spiegazioni aggiuntive?

#fratellidelfreddo, #mappe, #vedononvedo

 

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