Gara 4 di semifinale, il match della conclusione. Cucina Lube Civitanova cancella ogni speranza di rimonta per Azimut Modena, in una partita che ne vede però il trionfo solo al quinto set. Il primo set è tutto a favore dei marchigiani, che tengono sempre un distacco sancito definitivamente dall’ace di Juantorena sul 15-11 e dall’invasione a rete di Modena per il 21-14. Modena sembra riprendere un minimo il controllo nel secondo set, che subito si apre con il muro di Piano.
La Lube arresta ogni tentativo di fuga, recuperando la parità con un ace di Christenson, 15-15. Diventa ora protagonista del match Holt, che in prima linea crea qualche problema alla difesa avversaria, supportato dal compagno Ngapeth, con cui Modena chiude a proprio favore il secondo set. La grinta di Grebenninov riporta subito i marchigiani combattenti, fino a quando stavolta è Vettori in parallela a ristabilire l’equilibrio, 9-9. La Lube si porta avanti 13-11 aiutata da un muro efficace, a cui segue un finale di set caratterizzato da alcuni errori al servizio da parte di ambedue le formazioni, 22-22. Ad alzare infine la testa sono allora i marchigiani, capitanati dall’attacco di Sokolov. È lo stesso Sokolov a sbagliare però alcuni attacchi nel corso del quarto, in seguito ad altri colpi spettacolari di Ngapeth. Dall’11-9 Modena difende bene il piccolo ma indispensabile vantaggio, tramite cui approda al quinto set. E qui si comincia subito con il video-check protagonista, che ribalta la decisione arbitrale, togliendo l’ace di Holt. In uno scambio all’ultimo sangue, le due formazioni si riportano in parità 4-4, fino a quando, dopo il cambio campo sull’8-7 per la Lube, a fare la differenza sono i muri di Stankovic, grazie a cui i marchigiani staccano 10-7. Due attacchi di Petric danno respiro a Modena, ormai in bilico su un parziale di 13-8 in svantaggio. Chiude definitivamente la partita Sokolov, con una diagonale che non lascia scampo alla difesa modenese.
Tutto ciò che ha un inizio ne comporta per definizione la fine, così come il ciclo della vita impone, con annessi sentimenti ed emozioni contrastanti. L’essere Uomo è portato così a disparate interpretazioni di cotali momenti, poiché ogni #finale non ha mai lo stesso sapore del precedente.
JENIA GREBENNIKOV (CUCINE LUBE C.): ricezioni e difese dal valore inestimabile, un libero che tiene senza indugi una parallela di Vettori, privo di alcun muro. Poiché ogni tanto occorre anche mettere uno stop, bandendo altre eventuali rivalse, con un #theend conclusivo.
EARVIN NGAPETH (AZIMUT MODENA): anche questo match è stato parte della sua volontà, tra colpi spettacolari ed inaspettati, tra cui quella palla spinta in mezzo al muro e precisamente collocata nel centro del campo. Sicuramente non vederlo in campo lascerà qualche pensiero, come il #finalenostalgico.
MICAH CHRISTENSON (CUCINE LUBE C.): tattica di gioco ed eleganza indiscutibile, anche nei colpi più complessi come il finto attacco di seconda intenzione che si trasforma in un’alzata in posto quattro, davanti a cui il muro avversario non sa più come piazzarsi. Un #finaleasorpresa, dove ogni mossa ha dell’inaspettato.
MAXWELL PHILIP HOLT (AZIMUT MODENA): decisivo sul punteggio e sul morale della squadra, Holt è anche colui che va subito a recuperare il corpo giacente a terra di Ngapeth, dopo un matto e disperatissimo tentativo di difesa. Mai mollare, un finale che determina il #nuovoinizio della storia seguente.
TSVETAN SOKOLOV (CUCINE LUBE C.): tralasciando le sue parallele dalla sublime precisione, si impone come colpo della partita quell’involontaria difesa di testa, dagli esiti però nefasti. Anello indispensabile del sestetto, #finalerivelatore che scopre che le carte in tavola e restituisce il senso della narrazione.