Sitting Volley – Una disciplina paralimpica ma non solo. Dopo aver conosciuto da vicino la realtà del sitting volley di Castenaso (Bologna) e aspettando di fare lo stesso con Padova, Mondragone di Caserta e Roma, ecco a voi il sitting volley di Aprilia. Come ogni avventura, la realtà del sitting volley di Aprilia è diversa da quella di Castenaso e la rete che si sta creando tra queste società che praticano la pallavolo da seduti ha davvero un gusto speciale. Perchè unisce esperienze diverse per la promozione di una stessa disciplina sportiva che può avere tante facce.
La faccia di Aprilia è un regalo che la società “Asd Pallavolando a tutto tondo” fa a 14 ragazzi con disabilità intellettive e relazionali anche se spesso e volentieri a regalare ben più di un’emozione sono proprio gli atleti del sitting volley alla società laziale e a chi ama questo sport.
I ragazzi DIR che praticano questa disciplina devono essere chiamati atleti perchè il sitting volley praticato dalla società guidata (tra le altre persone che si impegnano) da Giulio Ciuferri non è un percorso di recupero, bensì sportivo a tutti gli effetti: che sia pallavolo da seduti oppure pallavolo rilanciata da seduti.
La società, che conta 65 iscritti, ha una squadra femminile di serie D (e tutte le relative giovanili) e questo gruppo di sitting con 14 elementi. “Stiamo vivendo un momento bello per il sitting volley – dice Giulio Ciuferri – ma credo che tutto sia sull’onda dell’entusiasmo per queste Paralimpiadi londinesi. In verità, in Italia, c’è poco spazio per lo sport a favore di persone con disabilità intellettive e relazionali. La concezione di sitting volley della nostra società è un po’ diversa da quella che stiamo vedendo oggi a Londra, perchè noi ci dedichiamo ad un percorso sportivo per persone con disabilità intellettive e relazionali, mentre gli atleti che stiamo guardando alle Paralimpiadi hanno disabilità fisiche. Tra i nostri affiliati ci sono anche due ragazzi autistici, due gemelli un maschio e una femmina“.
Chi ha solo sfiorato il mondo dell’autismo sa quanto possa essere difficile convincere un ragazzo con questa disabilità a stare seduto a tavola composto. Figuriamoci in un campo, che sia da volley o di qualsiasi altro sport. E invece l’esperienza è molto positiva: “Sono due gemelli, dicevamo: un maschio e una femmina. E la ragazzina sta anche giocando nell’under 14 con l’aiuto di una psicologa: è una perfezionista e le stiamo facendo capire che se non riesce a fare una cosa non è perchè non è brava, ma semplicemente perchè si deve impegnare di più. La stiamo aiutando nell’accettazione della sconfitta“.
Una vera e propria filosofia quella del sitting volley di Aprilia che l’anno prossimo ha deciso di unire negli stessi orari gli allenamenti delle giovanili e della pallavolo da seduti: “Ovviamente su due campi – spiega Giulio – ma ci saranno momenti di condivisione e già il solo fatto di essere vicini è importante“.
E’ importante sì. Per l’integrazione, per l’abbattimento culturale e per permettere alle persone con disabilità intellettive e relazionali di praticare dello sport. Di farsi chiamare atleti. E questo può solo giovare non solo all’aspetto sportivo, bensì anche a quello relazionale e personale.
Giulio Ciuferri ha conosciuto il sitting volley in Bosnia, a Sarajevo, nel 2006 dove si trovava per lavoro e da qui è nata una passione che è stata studiata e messa in pratica in un’accezione particolare, utile e interessante.
Il prossimo appuntamento con una dimostrazione di sitting volley è a Cisterna di Latina il week end del 15 e del 16 settembre nella cornice di un quadrangolare di volley in piedi.
Nella speranza che le Paralimpiadi non siano solo una bella vetrina ma un trampolino di lancio.
Qui sotto alcunefoto cedute gentilmente dalla società Asd Pallavolando a tutto tondo (www.pallavolando.org).